Claudio Gioè, oltre l’allegria di Mike Bongiorno

L'attore siciliano ed Elia Nuzzolo interpretano la versione adulta e giovane del celebre conduttore nel biopic 'Mike'


“È sempre in tv, è come se lo conoscessi” quanto volte questa frase sarà stata detta in relazione al re della nostra televisione, Mike Bongiorno? Eppure dietro la simpatia, la leggerezza, “l’allegria” di questo personaggio così amato e celebre, c’è molto di più. A raccontare l’uomo dietro il personaggio, nel centenario della sua nascita, ci pensa Giuseppe Bonito, che dirige la miniserie Mike, in arrivo in due episodi il 21 e il 22 ottobre su Rai 1 dopo l’anteprima alla Festa del Cinema di Roma 2024.

A prestare il volto al grande conduttore è Claudio Gioè, chiamato a un’impresa tutt’altro che scontata. Il Mike Bongiorno che interpreta è quello che, a inizio degli anni ’70, conduceva “Rischiatutto” ed era già uno dei personaggi più noti del nostro Paese. Una voce che da quasi vent’anni risuonava tutti i giorni nelle case di ogni italiano. “Avevo il terrore di affrontare questo personaggio così amato e imitato da tutti gli italiani. – rivela Gioè – Sono stato confortato dal fatto che Giuseppe fosse interessato a gli aspetti poco noti, al Mike dietro i riflettori, a telecamere spente. L’accento è stato posto sulle sue ansie, sui suoi fantasmi, sulle sue ossessioni e mancanze. Questo dava una chiave di lettura interessante a un personaggio liquidato ingiustamente con molta superficialità con il suo celebre slogan. Alla fine della lavorazione abbiamo capito che quella allegria veniva da tutto quello che si portava dietro: augurare una gioiosa speranza per il futuro dopo avere attraversato i più grandi drammi che abbiamo vissuto come nazione acquisiva un senso assolutamente nuovo e pieno di significato. Quello che mi ha colpito è stata questa sua pervicacia, questo suo stoicismo nell’affrontare la vita. Un bel messaggio per le nuove generazioni. Le cose on ti arrivano da sole, non ti arrivano facilmente, bisogna combattere”.

Mike non è una miniserie che vuole raccontarci i grandi successi televisivi del conduttore, ma le vicende umane e storiche che lo portarono nei salotti di tutta Italia, attraverso un viaggio lunghissimo che farà sponda innumerevoli volte dall’Italia e da New York, passando per una Seconda Guerra Mondiale in cui il giovane Michael si distinse come eroica staffetta partigiana. “È un personaggio scisso anche a livello geografico. – racconta il regista Giuseppe Bonito – Tra due continenti, tra due genitori. Anche la struttura della serie è divisa in due, perché ci sono due Mike. Talvolta questo dualismo è lacerante per lui e la nostra idea stava proprio qui: come si fa a raccontare un personaggio così conosciuto, addirittura familiare? Abbiamo dovuto andare in profondità, fare un viaggio di conoscenza che all’inizio non sapevo cosa potesse offrire. Alla fine ho scoperto che Mike era un personaggio ricchissimo di sfumature”.

Per permettere a questi due Mike di convivere, gli autori usano un pretesto narrativo. Un’intervista speciale in cui il personaggio interpretato da Gioè racconta la sua storia, senza esimersi dai dettagli più dolorosi, come i due matrimoni falliti che portarono a quello felice con Daniela Zuccoli, interpretata da Valentina Romani. Nei panni del giovane Michael, che non è ancora noto come Mike, c’è invece Elia Nuzzolo, diventato popolare in questi giorni per avere interpretato un Massimo Pezzali non ancora diventato Max nella serie sugli 883. “Era difficile capire come fosse un Mike giovane e privato quando tutte le immagini che abbiamo sono di un Mike televisivo e quindi performativo. – rivela il giovane attore – È stato un percorso a ritroso, siamo partiti dai programmi televisivi e siamo andati indietro nel tempo fino a farci un’idea di come potesse essere nella sua vita privata”.

Con una ricostruzione scenografica minuziosa (stupisce soprattutto la New York ricreata sia negli anni ‘30 che nei ’50) e un lavoro meticoloso sui personaggi, Mike è un biopic televisivo che sa andare oltre il convenzionale. Non è solo la mera celebrazione di un personaggio iconico che ci ha fatto compagnia per decenni con il suo umorismo, la sua sagacia e il suo buon umore, ma è l’occasione per scoprire una vicenda umana profondamente ispirazionale, che affonda le radici nella storia del nostro Paese, non solo quella mediatica.

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18 Ottobre 2024

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