CLAUDIO BONDI’


L’intreccio tra cinema e storia. Per Claudio Bondì è una vocazione mai smentita che risale all’esordio come aiuto regista di Roberto Rossellini nei film per la tv Blaise Pascal, Agostino D’Ippona e L’età di Cosimo de Medici.
Non a caso torna anche nel suo nuovo film Il ritorno, terzo lungometraggio dopo Il richiamo (1992) e L’educazione di Giulio (2001).
Racconterà il viaggio per mare di Claudio Rutilio Namaziano, patrizio pagano che, cinque anni dopo il sacco di Roma, avvenuto nel 410 d.C. per mano dei Goti di Alarico, decide di tornare nella natia Gallia.
“Sarà un road movie ante litteram” racconta il regista impegnato nel casting. Per il ruolo del protagonista aveva pensato a Ennio Fantastichini e poi a Gioele Dix, ma ha dovuto rinunciare ad entrambi e ora sta valutando attori stranieri. “Prima di scegliere farò fare delle prove in costume” dice.
“Mi sarebbe piaciuto realizzare il film in latino con sottotitoli in italiano come il Sebastiane (1976) di Paul Humfress e Derek Jarman, ma Alessandro Verdecchi (il produttore per la Orango Film ndr.) mi ha dissuaso. Anche nel Satyricon di Fellini ci sono delle parti in latino. Sarebbe stato affascinante sentir parlare una lingua ormai morta ma ancora vicina” racconta Bondì.
Le riprese della pellicola, scritta a 4 mani dal regista e Alessandro Ricci e prodotta con un budget di circa 2 milioni e 1/5 euro, cominceranno il 15 settembre.

Che cosa la affascina del personaggio di Rutilio?
L’ho conosciuto per la prima volta mentre studiavo letteratura latina all’università. Era un uomo aristocratico, colto, l’ultimo grande poeta pagano. Viveva con sofferenza il declino dell’Impero Romano le cui strutture giuridiche e politiche erano minacciate dai cristiani. Inoltre, per lui l’invasione dei Goti è uno shock simile al nostro dopo l’attacco alle Twin Towers. Il mio Rutilio va alla ricerca di alleati per far tornare a Roma l’imperatore, rifugiato a Ravenna. Una forzatura rispetto agli eventi descritti nei suoi diari di viaggio così come la sua sofferenza per la fine di un amore.

Che fonti ha usato per ricostruire la sua psicologia?
Oltre ai diari di Rutilio, ho usato il libro di Salustio Gli dei e il mondo, poi gli studi Hegel sulle religioni. Il filosofo tedesco ha detto: “Il monoteismo è il risultato della ragione, il politeismo è il risultato dell’emozione”. Credo che il monoteismo, e alcune forme di cristianesimo e islamismo lo dimostrano, sia molto più intollerante del politeismo.

I suoi riferimenti cinematografici?
Sono soprattutto Il Vangelo secondo Matteo di Pasolini, che prosciuga gli aspetti esteriori a favore dell’interiorità, e il Satyricon di Fellini per la grande ricchezza immaginativa. Poi porto con me la lezione di Rossellini: andare sempre dritto alle cose.

Lei ha sempre girato film storici…
Sì. Il cinema in costume dà la possibilità di parlare di problemi attuali anche se le psicologie che li affrontano sono diverse. Ne Il ritorno Rutilio ha paura dei Goti, simbolo dell’alterità, la stessa che oggi proviamo verso gli albanesi. La fortezza Europa che si sente assediata da masse di poveri non è molto diversa dall’Impero Romano insidiato dai barbari. Un film come questo è simile al cinema di fantascienza: hai a disposizione dei segni da reinterpretare con una grande immaginazione. Lascio che sia la tv a raccontarci il quotidiano.

Qualche dettaglio sulla lavorazione?
Girerò per 2 settimane in Calabria, per un mese a Malta e poi nel Lazio per 2 settimane. Non farò ricorso a scenografie grandiose ma ho fatto ricostruire una cymba, ovvero una barca identica a quella con cui Rutilio ha compiuto il suo viaggio. E’ lunga 9 metri e ½ e pesa una tonnellata. Sarà condotta da 8 canottieri professionisti. I marinai, vestiti dalla costumista Stefania Svizzeretto, indosseranno indumenti spalmati di pece e cera per ripararsi dalle intemperie. Gli abiti degli aristocratici incontrati da Rutilio saranno di foggia orientaleggiante, ispirati ai mosaici di Ravenna. Oltre a Rutilio i personaggi principali saranno il pilota Socrates, uno che seguirebbe chiunque all’inferno purché lo si paghi, e Minervio, braccio destro e guardia del corpo di Rutilio. Sono solo 3 i personaggi femminili: Sabina, la donna amata che compare solo nei sogni del protagonista, la schiava Nimis e una sacerdotessa di Osiride che lo seduce.

autore
17 Luglio 2002

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