CLAIRE CLOUZOT


“Al Berlinale Palast, quest’anno mi chiamavano Madame Respiro”. Claire Clouzot, delegata generale della Sémaine internationale de la Critique a Cannes, racconta il suo nuovo nome di battesimo con un tocco di ironia e orgoglio. Un appellativo meritato perché la Clouzot, arrivata sulla Croisette per la prima volta lo scorso anno, s’innamorò del film di Emanuele Crialese e lo volle con determinazione. Il risultato, ormai è noto: “Respiro, dopo aver vinto il premio del Sindacato dei critici francesi, ha raccolto successo di critica e pubblico dappertutto – ricorda la Clouzot – è stato venduto negli Stati Uniti e in Francia ha ottenuto 600mila biglietti staccati”.
Oggi Claire Clouzot, di nuovo al lavoro per selezionare i candidati della 43ma Semaine, ha appena terminato di visionare “tutte le opere prime e seconde italiane di recente produzione” e traccia un bilancio della nuova cinematografia italiana.

Che impressione ne ha tratto?
Era una quantità incredibile di pellicole e non so come andrà. Questo in generale non è un anno straordinario: il livello delle storie italiane è da telefilm, ma ci sono tre opere che mi piacciono. Sicuramente ne selezionerò una.

“Respiro” è un episodio unico e irripetibile?
Non è unico, direi molto speciale. Ho rivisto quel film per la sesta volta al Politecnico di Roma e non ho trovato niente di altrettanto profondo nella selezione di quest’anno.

La Francia sembra di nuovo innamorata dei nostri giovani autori italiani. “Angela” e “L’imbalsamatore” sono stati apprezzati da critica e pubblico.
Indubbiamente il cinema italiano sta mostrando una generazione di autori interessanti. Fino a poco tempo fa la Francia apprezzava solo Nanni Moretti. Oggi di lui conosciamo anche il lato politico e militante impegnato, ma ora deve realizzare qualcos’altro. Nel frattempo ci siamo innamorati di Crialese, che fra l’altro è stato invitato alla Residenza di scrittura del Centro di studi cinematografici, in Normandia. Quando chiedo a Crialese quale cineasta lo influenzi, mi risponde sempre che questo aspetto di sé non lo preoccupa. Trovo meravigliosa questa risposta.

Ci sono attori/attrici italiani giovani che l’hanno colpita?
Pier Francesco Favino è poliedrico e credibile in ruoli assolutamente distanti. E’ capace di interpretare l’omosessuale in Da zero a dieci di Luciano Ligabue e poi di essere un perfetto sergente in El Alamein di Enzo Monteleone. E’ bravissimo: se me lo trovassi in competizione sulla Croisette cercherei di premiarlo.

Come sarà la 43ma edizione della Sémaine?
Connotata da una maggiore presenza europea. Abbiamo visto molte pellicole asiatiche negli ultimi anni e ci siamo un po’ stancati di riproporle. In concorso ci saranno sicuramente un film francese e una pellicola indipendente americana.

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08 Aprile 2003

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