“Sono dell’idea che non solo questa società debba essere cambiata ma che l’arte ha una responsabilità e una possibilità in più in questo processo di cambiamento. Io sono comunista fin da giovane e lo sono rimasto sempre, anche ora sostenendo il Partito della Rifondazione comunista. Sono molto orgoglioso di essere stato ed essere tuttora comunista. Con questo riconoscimento che ricevo oggi a 90 anni vuol dire che ho in qualche modo contribuito, seppur in minima parte, anche con la mia arte, al cambiamento di questa società che è piena di ingiustizie e sofferenze”.
Lo ha detto il regista Citto Maselli ricevendo alla Mostra del Cinema di Venezia l’Omaggio congiunto della Biennale, delle Giornate degli Autori e della Settimana Internazionale della Critica.
“Sono dell’idea – ha aggiunto Maselli – che non solo questa società debba essere cambiata ma che l’arte ha una responsabilità e una possibilità in più in questo processo di cambiamento, per contribuire a creare una coscienza generale. L’arte può cambiare il mondo”. Per onorare “un autore che ha attraversato con coerenza e talento molte stagioni del cinema italiano, più volte apprezzato protagonista alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica”, come recita la motivazione del premio speciale, si sono aperte le porte della Sala Grande del Palazzo del Cinema al Lido. Il cineasta che ha firmato capisaldi del cinema italiano di impegno politico-sociale come Gli indifferenti, Il sospetto e Lettera aperta a un giornale della sera è arrivato sul palco in carrozzina per ascoltare il discorso che ha pronunciato Roberto Cicutto, presidente della Biennale.
Il suo ingresso è stato salutato da una standing ovation con un applauso lungo più di tre minuti. Visibilmente emozionato, Maselli si è passato una mano sugli occhi lucidi.
Cicutto ha parlato di “una piccola cerimonia affettuosa “in onore di “un protagonista dell’arte cinematografica e dell’impegno politico-sociale, di un maestro del cinema e anche di un fondatore delle Giornate degli Autori pensate per rendere più forte, più moderna e più aperta la Mostra di Venezia a tutte le forme del cinema”. Cicutto ha reso “omaggio a un intellettuale, implacabile osservatore della realtà, fulgido esempio di come far coincidere estetica e etica”. C’è stata quindi la consegna della targa “Omaggio a Citto Maselli“, che il commosso regista ha voluto appoggiare subito sulle sue ginocchia e quasi abbracciare.
Maselli ha tenuto un breve discorso. “Sono molto commosso e voglio ringraziare e dedicare questo omaggio a una figura straordinaria del cinema italiano – ha esordito il regista – Il suo nome è Luchino Visconti, di cui ho avuto l’onore di essere stato amico e assistente alla regia. Da lui ho imparato molto e mi ha insegnato la responsabilità umana e sociale, che poi è anche politica, che abbiamo quando si fa un film. Visconti ci ha trasmesso questa lezione e io ho cercato di metterla in pratica da comunista”.
E’ la prima volta che alla Mostra del Cinema le Giornate degli Autori (che quest’anno festeggiano la 18a edizione), la Settimana Internazionale della Critica (alla 36a edizione) e la Biennale celebrano insieme il percorso di un artista che “ha contribuito alla crescita dell’arte cinematografica non solo con l’impegno in prima persona, ma anche attraverso la collaborazione offerta ad altri grandi maestri del nostro cinema, grazie al suo ruolo fondamentale all’interno e alla testa dell’Anac (Associazione Nazionale Autori Cinematografici), che il prossimo anno festeggia i suoi settant’anni dalla fondazione”.
La cerimonia in onore di Citto Maselli è proseguita nella Sala Perla 2 del Palazzo del Casinò con la proiezione del suo film Storia d’amore, presentato nel 1986 alla 43a Mostra del Cinema, che valse la Coppa Volpi a Valeria Golino. La proiezione è avvenuta con una copia restaurata fornita da Istituto Luce Cinecittà.
Fonte: AdnKronos
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