Cinquant’anni e donna: shock da soglia


“Dovete sapere che anch’io come Eva, il mio personaggio prossimo ai cinquant’anni, faccio veramente la ginnastica facciale mentre guido la macchina”. Angela Finocchiaro, protagonista della commedia ironica Ci vuole un gran fisico, in sala il 7 marzo in 300 copie con Medusa, non nasconde di avere superato da un po’ quella fatidica soglia. E forse il film è stato un antidoto visto che il suo nome compare tra gli autori del soggetto e della sceneggiatura. “Quattro anni fa Angela è venuta ad abitare a Modena, a casa mia – rivela Paolo Guerra che per Agidi ha realizzato la produzione Medusa – e per tanto tempo mi ha parlato di questa sua idea di un film sulle donne e l’età fino a convincermi di mettermi in questa avventura”.

La regia è stata affidata all’esordiente Sophie Chiarello, già aiuto regista nei film di Aldo,Giovanni e Giacomo, da Chiedemi se son felice a La banda dei babbi Natale e forse non è un caso che nella sua opera prima ritroviamo i tre comici, in particolare Giovanni Storti nel ruolo di uno strano ‘angelo’ un po’ sfigato nonostante i suoi poteri sovranaturali, Aldo e Giacomo in cammei.
La Finocchiaro è Eva, una donna tutta famiglia e lavoro, che vive la crisi della mezza età come un terribile incubo. E non l’aiutano ad affrontare l’incipiente compleanno le persone vicine: l’ex marito (Elio, delle Storie Tese) separato in casa e nullatenente; la figlia ribelle e tutta concentrata sulla carriera musicale (Antonella Lo Coco che, dopo XFactor, debutta sul grande schermo con due brani originali); la vitalissima madre (Rosalina Neri); la collega coetanea, bella e ammirata (Laura Marinoni); il terribile caporeparto del reparto profumeria (Raul Cremona). Solo Oscar (Jurij Ferrini) la aiuta nei momenti più difficili e la corteggia.

 

“I cinquant’anni sono come una porta da cui si esce, ma non si ha il coraggio di aprirla: lo chiamerei ‘shock da soglia’. Volevamo esplorare questo territorio dominato da tanti luoghi comuni”, afferma la Finocchiaro. Per la regista non è una generazione così lontana e ha scelto di raccontarla con sguardo leggero e vitale, con ottimismo pensando a quel compleanno come a un traguardo di liberazione.
“Nella società d’oggi la differenza tra la nozione di maschio e quella di femmina è innanzitutto culturale, prevale infatti il luogo comune che gli uomini dopo i cinquanta diventino autorevoli e più attraenti, mentre le donne invecchino e siano invisibili – avverte lo sceneggiatore Pasquale Plastino – Eva poi, per di più commessa nel reparto profumeria di un grande magazzino, fa i conti con la dittatura dominante dell’estetica”.
Così le cinquantenni di oggi sono migliorate, secondo la Finocchiaro, solo per merito loro, sono cresciute nella consapevolezza e nell’autodeterminazione, senza avere un modello a cui rifarsi, avendo davanti, come accade a Eva, un periodo tutto da inventare una volta superata quella soglia. Un suggerimento per sconfiggere la paura di invecchiare? L’importante, per la popolare attrice, è non dimenticare una massima dice Sharon Stone: “Tra cinque anni mi cadrà il sedere, speriamo che il cervello rimanga al suo posto”.

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