Il Festival CinemAmbiente, che si svolgerà a Torino dal 31 maggio al 5 giugno (sede principale di proiezioni e incontri il Cinema Massimo) oltre ad essere una vetrina della più recente e selezionata filmografia internazionale green, rappresenta da sempre un osservatorio privilegiato per analizzare e approfondire – spesso anche anticipare – le urgenze e le tendenze che emergono via via nel dibattito ambientalista. L’edizione 2019 dedicherà perciò spazio al fenomeno dirompente del nuovo attivismo giovanile. I 140 titoli in cartellone sono suddivisi nelle quattro tradizionali sezioni competitive del Festival – Concorso documentari internazionali, Concorso documentari One Hour, Concorso documentari italiani, Concorso cortometraggi internazionali – cui si aggiungono le sezioni Panorama ed Eventi speciali, riservate ai film fuori concorso. Completano il cartellone le sezioni Ecoeventi, che comprende gli appuntamenti non cinematografici, ed Ecotalk, dedicata all’approfondimento di temi ambientali d’attualità. A queste si aggiunge la sezione autonoma di CinemAmbiente Junior, istituita dallo scorso anno e riservata alle Scuole (Primarie e Secondarie di I e II grado), all’interno della quale sono stati proposti un concorso per cortometraggi a tema ambientale e un ciclo di proiezioni e attività didattico-laboratoriali in corso dal 22 marzo.
L’edizione 2019 del Festival CinemAmbiente si apre con The Human Element (ore 20.30, Cinema Massimo – MNC, Sala Cabiria) di Matthew Testa, che documenta la nuova impresa di James Balog, il pluripremiato fotografo statunitense, presente a Torino, che da oltre quarant’anni esplora con il suo lavoro il rapporto tra l’uomo e la natura. Il film è la cronaca di un viaggio nelle zone degli Stati Uniti più colpite dalle emergenze climatiche e ambientali. Tra i dieci titoli in gara nella sezione internazionale dei documentari, diversi affrontano la nuova era geologica dominata dall’uomo e l’attivismo dei più giovani, mentre altri si concentrano su declinazioni particolari e specifiche dell’emergenza ambientale: System Error del tedesco Florian Opitz, il canadese Anthropocene: The Human Epoch diretto da Jennifer Baichwal, Nicholas de Pencier ed Edward Burtynsky, Walden del regista e artista visuale svizzero Daniel Zimmermann, Une vie meilleure del francese Grégory Lassalle, Last Male on Earth della regista olandese Floor van der Meulen, The Burning Field del regista e giornalista statunitense Justin Weinrich, Ubiquity di Bregtje van der Haak, Youth Unstoppable della canadese Slater Jewell-Kemker, Earth dell’austriaco Nikolaus Geyrhalter, Breakpoint. A Counter History of Progress del francese Jean-Robert Viallet
Il Concorso documentari One Hour, dedicato ai film che trovano nell’agilità del mediometraggio il formato ideale per trattare temi ambientali di particolare immediatezza, originalità e attualità, comprende quest’anno sette titoli. Nei dieci titoli del Concorso italiano i film che affrontano in modo diretto gravi problemi ambientali si alternano con altri che si concentrano sul rapporto dell’uomo con la terra e con il territorio, spesso esplorato anche nella sua dimensione umana e sociale. Questi i titoli: Controcorrente di Claudia Carotenuto e Daniele Giustozzi, Soyalism di Stefano Liberti ed Enrico Parenti, Anima di Joseph Péaquin, Terre di cannabis di Gianluca Marcon, The Climate Limbo diretto da Francesco Ferri e Paolo Caselli e scritto da Elena Brunello, 15 Ballata in minore di Giuseppe Casu, Mirabilia Urbis di Milo Adami, La patente di Giovanni Gaetani Liseo, Il sorriso del gatto di Mario Brenta e Karine de Villers, Storie di pietre di Alessandro Leone.
Il Concorso cortometraggi internazionali presenta, come ormai tradizione, una selezione molto ampia della cinematografia green in formato breve, proponendo trenta titoli, suddivisi in cinque sottosezioni a tema. Quest’anno particolarmente ampia, la sezione non competitiva Panorama comprende un gruppo di lungometraggi e mediometraggi che, riuniti sotto il titolo “Inventing Tomorrow”, gettano uno sguardo inedito su quanto ci riserverà il futuro sotto il profilo ambientale e sociale, alla luce sia delle nuove conquiste della scienza e della tecnologia, sia dell’evoluzione di processi già in atto. “Panorama” ospita, inoltre, un gruppo di 8 film di produzione italiana: Afar: dove i sogni e la terra bruciano di Tommaso Montaldo, Message from a Bottle di Niccolò Bruna, Contro Coltura di Luca Puzzangara, EkoKai di Lorenzo Bernardi, Giorgia Marino e Sara Perro, The Power of Passport di Simona Carnino, Bangladesh and Piedmont: together towards SDGs di Luca Schilirò, Con quale diritto di Claudio Papalia e Tiziana Ripani, Rare di Furio Busignani.
La 23ª edizione del Festival, dal 7 al 15 dicembre, celebra Glauber Rocha e Francesco Guccini, accende i riflettori sul cinema indipendente e affronta temi di attualità come il gender gap nel settore cinematografico
In programma una Masterclass di Enzo d’Alò e la proiezione del restauro di Vito e gli altri di Antonio Capuano, realizzato da Cinecittà
Tra i protagonisti Michele Placido, Francesco Costabile, Bruno Bozzetto, Marianna Fontana, Marco Amenta. In programma la proiezione del restauro di Milano Calibro 9
La cineasta tedesca riceve la Laurea Honoris Causa all’Università di Firenze e si racconta sul palco in un dialogo a tutto campo con Piera Detassis