Cinema migrante con Karawan, dal 26 al 30 novembre

Karawan inoltre lavora sul recupero degli spazi per restituire al quartiere di Tor Pignattara il cinema di cui è orfano da oltre 30 anni. E così, schermo e proiettore in spalla, gli organizzatori se n


Dal 26 al 30 novembre torna Karawan, il festival che gioca con i luoghi comuni e che diverte cambiando continuamente prospettiva. Nato nel 2012, Karawan è il primo festival di cinema che affronta i temi della convivenza, dell’identità, dell’incontro tra culture in tono programmaticamente non drammatico, partendo dalla convinzione che il sorriso sia il terreno d’incontro naturale fra le diverse culture del mondo, il “luogo” ideale in cui scompaiono le differenze e ci si riscopre umani.  

Dopo diversi appuntamenti monografici dedicati a vari paesi, Karawan quest’anno cambia pelle e offre una selezione di commedie da ogni angolo del mondo, con diverse anteprime, per offrire un nuovo punto di vista su paesi poco conosciuti, o rappresentati attraverso stereotipi e cliché, che non rendono giustizia a cinematografie incredibilmente intense, colorate e vitali.  

Dalla Cina al Brasile passando per il Bangladesh, l’Azerbaigian, la Costa d’Avorio, la Palestina e il Ruanda, Karawan propone un viaggio ai confini del mondo che non a caso parte da Tor Pignattara, popolare quartiere romano divenuto negli ultimi anni il cuore multietnico della Capitale, con numerose comunità straniere residenti che ne fanno una sorta di piccola “Babele” a un passo dal centro storico. Una collezione di opere vibranti, che pur cambiando registro dalla black comedy al ritratto intimista, passando per la fiaba avventurosa e la corale saga familiare, restituisce l’immaginario di un’umanità che non vuole rinunciare a sorprendersi, divertirsi, ricominciare. Opere che senza distogliere lo sguardo da alcune delle questioni più controverse e irrisolte dei nostri tempi (dal conflitto israelo-palestinese, al genocidio in Ruanda degli anni ‘90, alla cosiddetta “questione femminile”) le attraversano con una leggerezza di tocco che non è disimpegno ma rivendicazione di un modo nuovo di guardare il mondo, un richiamo alla partecipazione.  

Karawan inoltre lavora sul recupero degli spazi per restituire al quartiere di Tor Pignattara il cinema di cui è orfano da oltre 30 anni. E così, schermo e proiettore in spalla, gli organizzatori se ne vanno a caccia di spazi abbandonati, e li trasformano, per una o più sere, in luoghi in cui le persone possano re-incontrarsi e godere del rito collettivo dello schermo cinematografico illuminato. Stavolta è toccato ad una ex aula consiliare del Municipio, recentemente messa a disposizione delle associazioni del territorio per riunioni ed eventi, ma a farci un festival di cinema ancora non c’aveva pensato nessuno.  

Nel segno di questo importante obiettivo, all’interno del festival si svolgerà giovedì 27 novembre alle ore 18.30 l’incontro tra il coordinamento del Cinema America Occupato e quello del Cantiere Impero, dal titolo “I cinema chiusi: da fantasmi urbani a poli culturali”. All’incontro parteciperanno, tra gli altri, Paolo Masini, Assessore allo Sviluppo delle Periferie del Comune di Roma, e il Presidente del Municipio Roma V Giammarco Palmieri.  

Non solo cinema, anche musica al KarawanFest con i “concertini”: performance live di artisti che fondono generi, ritmi e colori, con lo spirito nomade che anima tutto il festival. 

Qui il programma completo della manifestazione

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24 Novembre 2014

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