Cinema e agricoltura su 8 ½ numero 20

“Cineasti, mezzadri, contadini, allevatori… il cinema: braccia rubate all’agricoltura?”. In concomitanza con l’apertura dell’Expo Milano 2015, 8 ½ si interroga sui rapporti tra il mondo della settima


“Cineasti, mezzadri, contadini, allevatori… il cinema: braccia rubate all’agricoltura?”. In concomitanza con l’apertura dell’Expo Milano 2015, 8 ½ si interroga sui rapporti tra il mondo della settima arte e quello della cultura agro-alimentare. “Severi, inflessibili, sferzanti. Emettono giudizi con la solennità di oracoli”. Così sono i cuochi della generazione 2.0 secondo l’editoriale di Gianni Canova. “Dovremmo interrogarci, noi che viviamo di cinema, sul modello critico/giudice proposto da una trasmissione di culto come MasterChef. Perché nessun critico di cinema ha mai avuto l’autorevolezza dei cuochi di MasterChef neanche quando investito dal mandato di essere giudice e non solo critico?”.

Campagna e città: qual è il loro rapporto nel nostro cinema? La rivista ha chiesto il punto di vista di quattro registi – Marco Bonfanti, Michelangelo Frammartino, Giulio Manfredonia e Franco Piavoli – che hanno scelto trame e ambientazioni agricole, per un’analisi dell’uso dell’immagine campestre nel cinema e nel documentario italiano. Il ritorno alla natura ci salverà? E quali sono i parallelismi tra il lavoro dei nostri autori e quello dei nostri antenati che hanno fondato sul lavoro nei campi l’economia del paese? E’ possibile la prospettiva di una decrescita felice? I temi sono affrontati con rigore dai  numerosi approfondimenti, senza dimenticare l’ironia con il fumetto ‘Tipologia agraria del cineasta italiano’ che mette in luce i parallelismi tra il lavoro agricolo e quello degli autori del nostro cinema. Il regista Roberto Andò, nella sezione Innovazioni, parla de Il quadro nero, opera in scena al Teatro Massimo di Palermo ispirata al celebre dipinto di Guttuso, la Vucciria. Una profezia sul nostro paese. E’ invece Gabriele Salvatores il personaggio intervistato per la sezione ‘Cosa non mi piace del cinema italiano’: “Non mi piace la tendenza a ripetersi – risponde il regista – Ogni film è prototipo, come tale dovrebbe sempre partire da uno stimolo nuovo. Puoi anche fare tre commedie simili, per intenderci, però devi rinnovarti, reiventare. Ripetere il successo di un film è una tendenza tutta italiana”.

E ancora, approfondimenti su ciò che accade nel mondo della distribuzione, con il caso del film di Maccio Capatonda, Italiano medio, penalizzato dall’imprevista uscita anticipata di Notte al museo 3, che ha messo in luce il problema della calendarizzazione settimanale delle prime film, a cui è dedicata la nostra inchiesta con i pareri di Andrea Occhipinti, Giampaolo Letta e Osvaldo De Santis. La Germania è invece il paese protagonista del Focus di questo numero, a cura di Ilaria Ravarino e Giovanni Spagnoletti. La sezione ‘Anniversari’ celebra i 50 anni de I pugni in tasca di Marco Bellocchio, con un’intervista esclusiva al regista. Impreziosiscono il tutto interventi di Cristina Comencini (sull’importanza dell’inserimento del cinema nell’offerta didattica) e del DOP Italo Petriccione (sulla problematicità della conservazione dei film in digitale).

Parallelamente, esce su AppStore 8 ½ App digitale, con contenuti inediti e rinnovati rispetto alla rivista cartacea, un ideale complemento per l’approfondimento dei temi proposti dalla rivista in versione digitale, con extra audio-video e interviste inedite.

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06 Maggio 2015

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