CANNES – La regista Lucia Bulgheroni con il suo cortometraggio di animazione Inanimate (di produzione inglese) è tra i premiati di Cinéfondation.
Katrine ha una vita normale, un lavoro normale, un ragazzo normale e un appartamento normale in una città normale. O almeno questo è quello che pensa fino a quando un giorno tutto inizia a cadere a pezzi.
La giuria della Cinéfondation, presieduta da Bertrand Bonello, ha scelto tra i 17 corti di studenti di cinema da tutto il mondo. Tra i vincitori figura a sorpresa (sul terzo gradino del podio) la varesina Lucia Bulgheroni che alla Cinéfondation ha proposto il suo film realizzato alla National Film and Television School di Londra. Diplomata allo IED di Milano, selezionata tra i soli otto ammessi alla prestigiosa scuola londinese da cui è uscito il suo mentore, Nick Parks (Wallace & Gromit), la giovanissima Lucia Bulgheroni è arrivata a Cannes superando una durissima selezione: 2.426 i lavori proposti quest’anno. Sul gradino più alto del podio c’è quest’anno il cileno Diego Cespedes con The Summer of Electric Lion, mentre il secondo posto vede ex-aequo uno studente cinese e uno russo.
A questo link l’elenco completo dei premi.
Trailer:
Nel team dei selezionatori troviamo l'italiano Paolo Bertolin, già attivo come consulente della Mostra di Venezia, insieme a Anne Delseth, Claire Diao, Valentina Novati e Morgan Pokée.
Le vie del cinema da Cannes a Roma e in Regione si volgerà al cinema Eden e Giulio Cesare. Alcune repliche previste anche al cinema Palma di Trevignano e al multisala Oxer di Latina
Teodora Film distribuirà in Italia Girl di Lukas Dhont e Woman at war di Benedikt Erlingsson. Il primo, presentato nella sezione Un Certain Regard, ha conquistato la Camera d’Or, mentre Woman at War è stato presentato alla Semaine e ha convinto la stampa internazionale
Doppio premio per l'Italia, che esce benissimo da questo 71° Festival di Cannes: all'attivo, oltre ai premi a Marcello Fonte e Alice Rohrwacher anche quello a Gianni Zanasi e al documentario La strada dai Samouni di Stefano Savona. La giuria di Cate Blanchett ha schivato le trappole del gender firmando un verdetto sostanzialmente condivisibile