VENEZIA – “Cinecittà è una casa pubblica, il primo dovere di un servizio pubblico, e anche il suo privilegio, è quello di stare fuori dal mercato e poter anche fare entrare molte più società di produzione, autori di talento ancora da scoprire, per poi, se funzionano, lasciarli al mercato”. Con queste parole la presidente di Cinecittà Chiara Sbarigia inizia la conferenza di presentazione della nuova linea editoriale di documentari di Luce Cinecittà. Un incontro svoltosi all’interno dell’Italian Pavilion di Venezia 79 per cogliere l’occasione di invitare nuovi potenziali partner indipendenti a presentare le proprie proposte documentaristiche. A questo link un approfondimento sui titoli proposti.
“Il Luce è da tanti anni la casa del documentario, – commenta Enrico Bufalini, Direttore Cinema e Documentaristica e Archivio Luce Cinecittà – ha una tradizione importante, che ha preceduto lo sviluppo degli ultimi anni, sia come genere cinematografico, sia che per i nuovi contenitori (televisioni, piattaforme) di cui è aumentata molto la richiesta. Una tradizione di grandi autori da Scola ad Amelio, fino ad arrivare al caso, di cui siamo molto orgogliosi, di Fuocoammare di Rosi che ci ha portato all’Orso d’oro e agli Oscar. Abbiamo messo lo spettatore al centro della linea editoriale”.
Parallelamente all’azione principale, quella di partecipare ai festival cinematografici, Cinecittà ha inoltre sviluppato una linea destinata alla televisione, alle future piattaforme e ai canali on demand. Il rapporto più stretto con partner come Sky e Rai Cinema assicura che gli spettatori siano più numerosi di quelli della sala cinematografica, senza escluderli, e va a sostituire quello che era l’home video, permettendo di conservare questi film, vederli e rivederli. La possibilità di avere partner con piattaforme on demand ha inoltre aperto al formato seriale, vedendo la partecipazione alla co-produzione di due serie: la serie di Fandango e Sky La squadra, una delle più divertenti del momento, che riesce a svecchiare l’immagine del documentario. Sempre con Sky è in produzione Bellissima, dedicata all’evoluzione della moda nel corso degli anni.
Non solo tv e piattaforme, ma anche un format del tutto inedito, quello del podcast, che per la prima volta vede Cinecittà protagonista. Il podcast ha aperto la possibilità di raggiungere un pubblico più giovane attraverso uno strumento molto versatile e molto usato. In programma ce ne sono quattro: tre sono già usciti (uno sul centenario di Pasolini, La ballata dell’Andrea Doria e La battaglia di El Alamein) e un altro riguarderà il lungo percorso dell’affermazione dei diritti civili delle donne.
“Sono felice di questo podcast sulle donne, – interviene Sbarigia – perché l’Archivio Luce è un po’ carente di sguardi femminili, di autrici, di registe e di produttrici. Lì per esempio sarà host Cristiana Capotondi perché scegliamo narratori che hanno un senso rispetto alle storie. Anche per la documentaristica, cerchiamo degli sguardi originali che riescano a reinterpretare i materiali dell’Archivio, che sono una miniera d’oro, e che trovino in queste immagini del passato qualcosa di originale. Uno sguardo di un autore diverso su qualcosa di visto e rivisto. Noi abbiamo grandi progetti per il passato”.
Quest’anno nel primo semestre Cinecittà ha distribuito 15 documentari nelle sale cinematografiche, nonostante le difficoltà. Ma si è vista anche sperimentatrice di tecniche nuove, come la colorizzazione del materiale: ha contribuito ad esempio alla realizzazione completamente a colori di un documentario su Mussolini, L’uomo che volle farsi Cesare che ha ottenuto l’ottimo risultato del 7% di share in Rai. Ma ha prodotto anche documentari senza nessun materiale d’Archivio come il documentario sulla mafia nigeriana, il primo al mondo. Più tanti documentari sul mondo della musica e dell’arte.
È la presidente Chiara Sbarigia ad anticipare un progetto in cui crede molto: “Alla fine di settembre, inizio ottobre, abbiamo questa grande performance site specific al Teatro 5 di Cinecittà di Vanessa Beecroft. Stiamo cercando di costruire insieme un documentario con lei stessa alla regia, mettendo a disposizione tanti suoi materiali inediti. Un lavoro che stiamo per cominciare e che è ancora allo stato embrionale, ma che punta tutto sul suo nome e su quello dello storico Teatro 5”.
Si finisce con un invito esplicito ai produttori a inviare proposte per progetti documentaristici. La commissione editoriale di Cinecittà, infatti, lavora senza soluzione di continuità, seppur rispettando un “piano annuale”. L’indirizzo a cui mandare progetti è doc@cinecittàluce.it, il primo passo per la potenziale nascita di qualcosa di speciale.
E' possibile iscriversi per team di nazionalità italiana composti da registi alla loro opera prima o seconda, associati a produttori che abbiano realizzato almeno tre audiovisivi
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