Il mercato cinese è in costante via di sviluppo anche sul fronte dell’audio-visivo. Più volte il nostro paese si è affacciato a Oriente per tastare il terreno e valutare come e in che termini fossero possibili dei validi rapporti, magari con l’intento di avviare qualche co-produzione. Lo scorso anno durante il festival di Roma si è tenuta ad esempio la seconda edizione del China Day, organizzato dal mercato assieme a Anica e ITA – Ice Agenzia, con giornata di pitching in cui gli operatori italiani hanno presentato progetti papabili per il remake e la produzione nel mercato cinese ai tanti esponenti asiatici giunti nella Capitale.
In questo contesto di corteggiamento reciproco, c’è chi batte il ferro per avvicinare le due realtà, forte anche della sua esperienza a Est come… star delle arti marziali. Pratese d’acciaio, cresciuto nel mito di Jackie Chan prima ancora che in quello di Bruce Lee, Christian Bachini sbarca in Cina nel 2009 con una determinazione fuori dal comune nella volontà di realizzare il suo sogno: “A 8 anni già lo sapevo- racconta – volevo diventare un attore d’azione in Cina. L’ho deciso vedendo Supercop. I miei genitori chiaramente non mi credevano, ma quando hanno visto che mi allenavo ogni giorno, per 8 ore, hanno capito e mi hanno sostenuto. Mio padre ha perfino fatto un corso da cine-operatore, per aiutarmi a girare”. Giunto in loco con uno stile ‘fusion’ che al Kung Fu incorpora anche elementi di pugliato, boxe thailandese, Capoeira e Taekwondo coreano, Bachini ha inseguito il suo mito: “Non avevo soldi e non avevo contatti – continua – nemmeno parlavo la lingua anche se mi ero infarinato con un corso di sei mesi. Una mia amica di Shangai, che avevo conosciuto su una chat online, mi disse che in città c’era Chan che stava girando il remake di Karate Kid. Mi precipitai con un volo ma quando arrivai lei mi disse ‘scusa, ho sbagliato, era a Pechino’. Ma lì un giorno a un party dedicato al cinema italiano conobbi il produttore John Wong, che mi riconobbe: ‘sei il tipo italiano che vuole diventare una star delle arti marziali? Se mi stringi la mano e mi fai male ti porto a conoscere Jackie’, mi disse. E così fu”.
Di lì seguono impegni importanti in film come IP Man 2 con Donnie Yen, Deficit : The Silent Revenge (Chen Muo De Fu Chou) in cui interpreta un sordomuto (“il che mi ha aiutato parecchio col fatto che non sapevo la lingua”, specifica), lo Spaghetti Kung Fu Western Deadly Cowboy (Duo Ming Niu Zai), il film in costume La leggenda della gang dell’accetta (Fu Tou Bang Chuan Qi), il gangster movie Caccia all’oro (Jie Jin), la action comedy Superare un punto morto (Xia Dao Zhi Zhun) e il cortometraggio La leggenda di Kang (Kang De Chuan Qi), di cui gli affidano non solo la recitazione ma anche la coreografia e la regia.
Oggi il progetto di Bachini è riportare lo spirito delle arti marziali anche in Italia. “Lavoro in Cina da sei anni e il loro mercato ormai lo conosco – dice – Sono molto chiusi, ma dato che la distribuzione dei miei film non è mai arrivata all’estero, sono stato io a proporre ai produttori , e in particolare a Tu Yu Ling, di fare una serie di film in coproduzione con l’Italia. Noi avevamo grande cinema di genere, Spaghetti western e poliziotteschi, e poi in fondo Bud Spencer e Terence Hill hanno ispirato Jackie Chan. Non posso ancora fare nomi ma con una casa di produzione in particolare è partito un progetto non per un film solo ma per ben quattro, che legano Cina e Italia all’interno della storia, quindi apprezzabili sia dal pubblico cinese che da quello italiano. Io ne sarò il volto. E’ una cosa importante: la Cina è sempre stata restia a co-produrre 50 e 50 con l’Occidente. Il primo è un’avventura alla 007, con un viaggio nel tempo che ci riporta alla Cina degli anni ’30. Il secondo un mélo ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale con grandi azioni epiche e scene di guerra, il terzo è ambientato all’epoca dell’Impero romano e fa perno su una leggenda molto popolare in Oriente, con questa legione di romani che si perde ai confini con la Cina sulla via della seta e poi dopo numerose avventure decide di restare a vivere lì fondando la città di Li-Chien, dove ancora oggi i cinesi hanno dei tratti somatici che sembrano caucasici, si presuppone dunque che siano di sangue misto. Il quarto è ambientato in America, e racconta la collaborazione tra la comunità cinese e quella italiana per la costruzione del ponte di San Francisco. Un po’ alla Gangs of New York. Nel frattempo sto lavorando a un teaser – corto a base di inseguimenti, azione e arti marziali che verrà girato nei pressi di Cinecittà, dove collaborerò con lo stuntman Ottaviano Dell’Acqua ed un team di esperti di cgi. Dovremmo girare tra fine aprile e inizi maggio”.
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