Sceneggiatore del Re Leone e di Mulan, due volte candidato all’Oscar per il miglior film d’animazione, regista di Lilo & Stitch e Dragon Trainer, oltre che doppiatore, Chris Sanders è a Roma in vista dell’uscita di The Croods che ha diretto insieme a Kirk DeMicco. E’ uno scrittore con una passione per il disegno, passione appresa da bambino insieme al padre e ai due fratelli e che continua a praticare anche in era di computer grafica, magari la sera per rilassarsi. Ora il cinquantenne del Colorado ha messo insieme una favola in 3D che ricorda Avatar per i paesaggi, The Ice Age per la catastrofe imminente e I Flintstones per l’ambientazione preistorica, ma con una storia piuttosto originale, quella di una famiglia di cavernicoli che si deve confrontare, volente o nolente, con la “modernità” – tutto è relativo – grazie all’incontro con un giovane homo sapiens, Guy, che conosce il fuoco e conquista subito il cuore dell’irrequieta figlia adolescente Eep. Ma la love story tra i due giovani è contrastata dal rigido padre Grug e non manca dunque lo scontro generazionale. Applaudito fuori concorso alla Berlinale, il film uscirà da noi con la Fox dal 21 marzo (in vista della Pasqua imminente), con le voci di Rosalia Misseri (Eep) e Francesco Pannofino (Grug).
Domanda di rito. È più difficile dirigere attori in carne o ossa o un cartoon?
Non avere nessun limite nei movimenti di macchina ti fa impazzire, devi darti delle regole. In The Croods ci siamo comportati come se stessimo girando un documentario.
Invece per quanto riguarda i contenuti, il fatto di realizzare un film per famiglie vi condiziona?
In un cartoon puoi parlare di tutto, devi solo stare attento a come descrivi certe cose. Io cerco sempre di non escludere nessuno spettatore ma evito anche di salire in cattedra. Cerchiamo di essere accessibili a tutti, al pubblico giovane e ai più adulti. Per me la prima delle due non è difficile perché non sono mai cresciuto.
In “The Croods” è centrale il rapporto tra un padre un po’ troppo rigido, anche se animato dalle migliori intenzioni di proteggere la sua famiglia dai tanti pericoli che incombono e dall’ignoto, e una figlia ribelle e irrequieta che vuole sperimentare e conoscere cose nuove ed esplorare il mondo. E che si innamora…
E’ vero e la cosa buffa è che hanno ragione tutti e due. La ragazza rispetto a quello che prova, il padre perché sente la responsabilità di sostenere e difendere la sua famiglia. Alla fine entrambi se ne rendono conto e si vogliono ancora più bene. Già in Mulan mi ero occupato di una figlia e di un padre: è un tema che mi interessa molto.
Molti hanno sottolineato le affinità tra “The Croods” e “The Ice Age”, specie per la deriva dei continenti.
In realtà lavoriamo al progetto di un film su una famiglia delle caverne che deve vedersela con il continente che si disintegra dal 2004. The Ice Age è arrivato dopo ed è stata chiaramente una coincidenza, ma che potevamo fare? Comunque per quanto mi riguarda The Ice Age è uno dei film più affascinanti che io abbia mai visto e sicuramente una gran fonte d’ispirazione.
Preferisce l’animazione in 3D a quella tradizionale?
No, amo il 2D e credo che continui a essere valido. Dipende dal tipo di storia che devi raccontare.
Le voci sono molto importanti per costruire i vari personaggi.
Sono fondamentali, anzi partiamo sempre dalle voci e prendiamo aspetti del carattere e della mimica dagli attori. Emma Stone ci ha ispirato molto, anche Nicolas Cage e Ryan Reynolds. Quando registriamo i dialoghi ci sono delle minitelecamere puntate sugli attori per riprendere le loro espressioni e i movimenti, che poi utilizziamo. Ai disegnatori vengono forniti anche i tempi di battuta, così possono sincronizzare il labiale. I grandi attori sono fondamentali in questo… e anche perché aiutano a promuovere il film.
Mentre i Croods si somigliano tutti, Grug e Guy sono molto diversi, quasi opposti nelle caratteristiche fisiche e del volto.
Grug è molto primitivo, a volte è addirittura simile a un gorilla, mentre Guy rappresenta la modernità, ha fattezze più ‘umane’. Anche Eep, che pure è una ragazza, ha una grande forza fisica, riesce a sollevare Guy come un pupazzo.
Quanto conta la musica?
È la mia arma segreta. Quando i personaggi non possono parlare, entra in scena la musica. Ad esempio quando i Croods si arrampicano sull’albero e per la prima volta vedono il cielo stellato è la musica che segnala il cambiamento totale della loro prospettiva.
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