Chicuarotes, la gioventù senza speranze di García Bernal

Proiezione speciale sulla Croisette per il secondo film da regista del talentuoso attore messicano Gael García Bernal, che torna a parlare del suo Messico e delle profonde diseguaglianze che lo divido


CANNES – Proiezione speciale sulla Croisette per il secondo film da regista del talentoso attore messicano Gael García Bernal, scoperto proprio a Cannes nel 2000 per la sua interpretazione di Amores perros del presidente di giuria Iñárritu. Dopo l’esordio Déficit torna a parlare del suo Messico, da cui vive a lungo lontano, e delle profonde diseguaglianze che lo dividono. Chicuarotes, è una pellicola che mette in scena la difficile provincia messicana, dove violenza e morte sono all’ordine del giorno e il futuro sembra già scritto e inevitabile. Basta un attimo perché tutto cambi e la risata si trasformi in melodramma. Come succede già dall’incipit della pellicola, in una delle scene più riuscite del film, quando vediamo i due giovani protagonisti provare a raccimolare qualche soldo su un autobus sgangherato, dove intrattengono i passeggeri con uno spettacolo di clown. Il loro scambio di battute non raggiunge lo scopo desiderato, nessuno dei passeggeri distratti sembra considerarli o dar loro denaro, e a quel punto i due tirano fuori un pistola e li rapinano. Soddisfatti e senza remora alcuna fanno ritorno alla baraccopoli dove vivono, dove commedia e dramma continuano a toccarsi di continuo nelle loro vite, tra padri ubriachi e violenti, traballanti boss locali e obese poliziotte ninfomani.  

I due protagonisti adolescenti, Cagalera e Moloteco, sono due “chicuarotes” abitanti, cioè, di San Gregorio Atlapulco,  quartiere periferico di Città del Messico, luogo da cui cercano disperatamente di scappare per sfuggire alla loro quotidianità opprimente e senza prospettive. Sono solo due ragazzi, a modo loro ancora puri seppur inevitabilmente invischiati nel mondo violento e criminale che li circonda, disperatamente alla ricerca di un riscatto e di una vita migliore.

Così, appena sentono di avere l’opportunità, pagando, di ottenere un posto da elettricista a Città del Messico, cosa che potrebbe trasformare del tutto le loro vite, pur di acquistare la loro libertà si trasformano rapidamente e senza esitazione in criminali. Disposti a tutto per un futuro abbracciano quella stessa violenza da cui vorrebbero scappare. Ma le prospettive di fuga verso un orizzonte differente, per chi viene da un posto come la provincia messicana, sembrano essere praticamente inesistenti e, soprattutto, la violenza del mondo che li circonda, una volta innescata, non può che portare, dolorosamente, a un disastroso epilogo.

21 Maggio 2019

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