BERLINO – Molti sono gli elementi di interesse di Chi-Raq, il film di Spike Lee fuori concorso alla 66ma Berlinale. Il primo tema, che è quello a cui il regista tiene di più, è – come annuncia anche uno strillo in apertura di pellicola – un’emergenza: “Le persone a Chicago – dice il regista – muoiono come mosche per via della violenza e della guerra tra bande. Tra il 2001 e il 2015 ne sono morte 7.356. Nel 2016, e siamo all’inizio, 53.” “Diciassette questa settimana – precisa l’attore John Cusack, che nel film interpreta un carismatico predicatore – vogliamo che il mondo prenda atto di cosa succede”. “E’ una vera guerra – continua Lee – il titolo Chi-Raq è il modo in cui chiamano la zona Sud della città di Chicago, in riferimento all’Iraq”.
E così aprono la conferenza per questo film che ha anche molte altre particolarità. Innanzitutto è una versione moderna della Lisistrata di Aristofane, con riferimenti espliciti nei nomi dei protagonisti e nel plot principale, con tanto di ‘sciopero del sesso’: quando muore una bambina innocente in una sparatoria, le donne della città decidono di adottare lo slogan ‘no peace, no pussy!’ (letteralmente ‘niente pace, niente passera!’) e di negarsi ai propri uomini finché questi non ammetteranno le loro colpe e non deporranno le armi: “In USA se non hai molto denaro non puoi mandare tuo figlio alle scuole private – dice ancora il regista – e dunque questo è anche un modo per istruire i giovani”.
Terzo punto, stilisticamente rilevante: i dialoghi sono quasi tutti in rima, come se si trattasse di una lunga session di hip-hop. E’ il rapper Nick Cannon, che interpreta uno dei ruoli principali, a rispondere su questo aspetto: “Lee ha sempre usato la musica per rafforzare un messaggio, lo ha fatto con il ballo e ora anche questo, rinvigorisce la forza di quello che vogliamo dire e aiuta la gente a interessarsi all’argomento. Qualunque sarà la risposta della critica, sappiamo di aver fatto la cosa giusta, e condiviso un messaggio importante. Da quelle parti sembra di essere in un videogioco, non ci si rende conto delle conseguenze delle sparatorie, come se le persone non morissero per davvero”.
Inevitabile la domanda sugli Oscar, dopo che il regista e sua moglie hanno dichiarato che non saranno presenti alla cerimonia perché ritengono scandalosa l’assenza di attori di colore nella lista dei candidati: “Ma non ho mai detto di boicottarli – chiarisce Lee – ho solo detto che io e mia moglie non ci saremmo andati. Il problema non è l’Academy, ma sono i guardiani, cioè quelli che gestiscono gli studi televisivi e cinematografici. Si può anche non credere nella diversità, ma tutti credono al dio denaro. Ebbene, è ormai un dato che i bianchi siano in minoranza demografica e se l’industria non ne terrà conto sarà un disastro”.
Qualcuno prova a chiedere ad attori e regista per chi hanno votato, ma le risposte sono generiche, come prevedibile: “Sicuramente – dice Cusack – non per quelli che giustificano l’omicidio perché gli fa comodo”. “E chissà cosa troveremmo nella valigetta di Obama se conoscessimo il codice per aprirla”, commenta Lee. E c’è ancora tempo per parlare di cinema e di come è cambiato, anche in relazione alla distribuzione del film, prodotto da amazon studios che lo distribuisce anche in streaming. “Le cose sono molto cambiate – commenta Cusack – dai tempi di Fa la cosa giusta. Allora dovevamo vedere i film in sala, al massimo avevamo la vhs. Oggi tutti possono vedere un film, e anche farlo, con un cellulare, a costi ridottissimi”. “Io e Ang Lee invece siamo dovuti andare a scuola di cinema – racconta il regista – perché era l’unico modo per avere accesso a determinati strumenti, per esempio quelli che servivano per il montaggio”. Nel cast di Chi-Raq anche Samuel Jackson, nel ruolo del ‘coro’.
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