“In Italia, negli anni sessanta, per contrastare l’avanzata del comunismo si assumevano migliaia di statali. Gli impiegati pubblici hanno salvato la democrazia del nostro paese. Immaginate quanti uomini e donne che avevano un talento l’hanno dovuto sacrificare per quella che si definiva “la sicurezza”, il posto fisso. Non c’era genitore che, di fronte a un figlio con qualità artistiche, non lo consigliasse (o costringesse) a un più sereno pubblico incarico con stipendio sicuro”.
Queste le premesse, espresse dal regista Gennaro Nunziante, di Quo Vado, il film con Checco Zalone (ormai risaputo nome d’arte di Luca Medici) in uscita con Medusa il 1 gennaio in ben 1.300 copie, con l’intento di fronteggiare l’avanzata di Star Wars al botteghino e replicare l’incasso straordinario di Sole a catinelle: “Penso sia impossibile ripetere quei numeri – dice Zalone – gli italiani avrebbero dovuto riprodursi in tempi velocissimi, ma anche se saranno quattro milioni di biglietti, va bene”.
E la distribuzione supporta con eventi speciali come il ‘Capodanno con Zalone’, già un grande successo di pre-vendite che vedrà il film proiettato in molte sale proprio allo scadere della mezzanotte del 31 dicembre, con replica alle 2.00. “Spero che succeda solo al nord – dice il comico – al Sud mi conoscono e se le maschere sanno che li costringo a lavorare di notte poi mi mandano a quel paese”. Poi prosegue, sul tema del film: “Fino a dieci anni fa il posto fisso era la mia massima aspirazione. Ho fatto anche un concorso da viceispettore di polizia, per fortuna mi hanno scartato. Oggi vivo ‘da Checco Zalone’ ed è bellissimo, mi fermano per strada, lo auguro a tutti. Anche se chiaramente so che non durerà in eterno. Se non altro una parte di questo film è stata girata al Circolo Polare Artico. Lì non mi riconosceva nessuno e potevo girare senza cappello”.
Il canovaccio vede Checco impiegato statale con l’unico obiettivo dello stipendio a fine mese, che viene costretto a trasferirsi – pena il licenziamento – nei posti più improbabili, da sperduti paesini della Sardegna fino all’estremo Nord, dove incontrerà l’amore e una cultura totalmente diversa. Nel cast ci sono anche Sonia Bergamasco, Ludovica Modugno, Ninni Bruschetta, Eleonora Giovanardi e Lino Banfi in un’amichevole partecipazione nel ruolo di un inossidabile senatore della prima repubblica. Un paio di citazioni le si concedono a La grande bellezza di Paolo Sorrentino: “Sono giocose – dice Zalone – stavolta sono io a svenire davanti al Gianicolo al posto del giapponese. Ma non è uno sfottò, speriamo che Paolo non si arrabbi, gli vogliamo bene e siamo contenti che abbia vinto l’Oscar”.
“Penso che con questo film – osserva il produttore Pietro Valsecchi, già al quarto film con il comico pugliese – Checco sia riuscito ancora una volta a migliorare se stesso. La storia è divertentissima e unica. E’ una grande avventura che porta il pubblico dal piccolo paesino della Puglia fino all’Africa, passando per il Polo Nord e la Norvegia. Il tutto condito da scene davvero esilaranti. In più, anche se lui non lo dirà mai perché odia prendersi sul serio, è una storia che riflette in modo simpatico ma anche molto intelligente su un aspetto di grande rilevanza per il momento storico in cui viviamo: il lavoro e il pubblico impiego”.
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