Un cinema ‘contaminato’ che racconti, anche con i nuovi mezzi – internet e YouTube – e con i nuovi registi – blogger e filmaker – la realtà. Una narrazione che ci mostra la crisi, non solo economica e sociale, ma anche di valori e di rapporti familiari, italiana, europea e mondiale. Carlo Chatrian racconta all’Ansa il progetto del 67° Festival di Locarno. Sull’annosa questione della crisi del nostro cinema il direttore lancia un messaggio positivo: “Ogni volta che se ne parla poi arrivano film che ci smentiscono e infatti Locarno punta su registi giovani e alternativi con una produzione che guarda al cambiamento e al futuro”. Ma quali sono i suoi registi preferiti? “Fra gli italiani, se mi si costringe a fare dei nomi, Marco Bellocchio e Nanni Moretti. Sorrentino e Garrone sono dei grandi che hanno avuto il coraggio di raccontare l’Italia attraverso la società. Hanno uno stile particolare, come del resto Bellocchio. A livello internazionale fra gli attuali l’americano Richard Linklater e il portoghese Pedro Costa. Nel Pantheon metto Fritz Lang, Jean-Luc Godard e Manoel de Oliveira”. Perché una retrospettiva Titanus? “La scelta risponde a diversi desideri: tornare a posare lo sguardo sul cinema italiano, scambiare i linguaggi del cinema d’autore e di quello popolare”. Il Festival parla di tante crisi diverse e lo fa con mezzi nuovi. “Non si parla solo della crisi, ma delle crisi. Per esempio della Siria con più opere. In Silvered Water, già proposto a Cannes, la rivoluzione e la guerra sono fatti vedere con 1.000 e una videocamere tramite YouTube; in un cortometraggio un lungo piano sequenza ci mostra due fratelli registi uno dei quali viene ferito. Nell’italiano Perfidia si vede una crisi esistenziale prima ancora che economica, in un’altra pellicola si vedrà la dittatura di Marcos nelle Filippine”.
Gianfranco Pannone con il documentario Sul vulcano - fuori concorso al festival di Locarno e distribuito da Luce Cinecittà - lancia un appello ai politici per sensibilizzarli sulla grave situazione in cui versano quella zona e i suoi abitanti: "Ho preferito raccontare il Vesuvio anche attraverso le parole e gli scritti di tanti artisti e scrittori. Ma affronto anche i problemi che la speculazione ha creato. Parlo delle case costruite sui canali creati dalla lava, racconto la concentrazione di persone che vive in posti che non dovrebbero essere abitati. E questa è politica, politica vera, quella che piace a me"
"Volevo che in Perfidia ci fosse la Sardegna che conosco, che non è soltanto quella colorata, piena di sole e di mare, ma quella grigia, claustrofobica che si respira in certe periferie", così il regista sul suo esordio passato in Concorso al Festival di Locarno e in uscita in sala il 27 novembre con Movie Factory e Il Monello film. La storia, ambientata a Sassari, racconta di un padre e un figlio che, dopo la morte della loro moglie e madre, convivono scoprendo di essere due completi estranei. "Il tempo che stiamo vivendo è fatto di di una cattiveria che s'innesta silente nella società, nella famiglia, fra le persone, che non comunicano più e sono spesso paralizzate dalla solitudine", spiega l'autore
“Qui ci sono molti conti bancari della famiglia Marcos, sareste così gentili da ridarceli a noi, popolo filippino?”, così Lav Diaz, il regista premiato con il Pardo d’oro per il suo From What Is Before. Cancellata l'attesa masterclass con Roman Polanski che, a causa di una polemica montata da un politico locale, ha disertato il festival. Dario Argento ha annunciato che produrrà una serie per la tv americana: una decina di film, uno o due da lui diretti, i restanti affidati a giovani registi di horror indipendenti per il web
Il masterclass di Roman Polanski in programma a Locarno il 31 agosto con la moglie Emmanuelle Seigner, sta rinfocolando polemiche nel ticinese, il bacino d’utenza primo e naturale del festival. Parecchie voci indignate, anche a mezzo stampa, per l’invito al regista che si porta però ancora dietro il peso dell’accusa di stupro a una ragazzina. A protestare anche alcuni politici, come Fiorenzo Dadò, capogruppo del partito popolare democratico. Ma il direttore Carlo Chatrian risponde: "Lo invito come regista ponendo l'accento sui suoi film"