CHAPLIN #2


La Cineteca di Bologna non solo si è occupata della versione restaurata di Monsieur Verdoux all’interno del Progetto Chaplin che prevede, in collaborazione con gli eredi del regista inglese, il restauro tecnico e filologico dell’intera sua opera, ma sarà impegnata dall’autunno anche nella catalogazione e conservazione del fondo Chaplin affidato sempre dagli eredi, e costituito da soggetti, sceneggiature, appunti, disegni, fotografie, materiali produttivi e promozionali, legati alla lavorazione e al lancio dei film.
Un ricco e documentato patrimonio che nel tempo sarà parzialmente consultabile e accompagnato da un catalogo in formato elettronico, disponibile in rete per ricercatori e appassionati. Si tratta di documenti spesso inediti come il carteggio, riguardante la sceneggiatura di Monsieur Verdoux (originariamente A Comedy of Murders), tra il regista e il “Breen Office”, la struttura di censura dell’Associazione dei produttori americani, attiva negli anni della “guerra fredda”.
Come ricorda oggi il quotidiano la Repubblica, nelle pagine degli spettacoli, il contenzioso sui contenuti del film, soprattutto sull’arringa finale dell’emulo di Landru nella provincia francese degli anni Trenta, si svolse tra febbraio e marzo del 1946 e se ne occupa il semestrale della Cineteca di Bologna Cinegrafie con un documentato saggio di Anna Fiaccherini.
Da un lato il “Breen Office” che giudica inaccettabile la sceneggiatura, in particolare perché “i discorsi del protagonista nelle pagine di chiusura hanno l’effetto di rendere meno chiara la differenza tra il bene e il male. Questi discorsi – per l’organo americano di censura – sostengono l’inconsistenza di onorare come grandi eroi coloro che uccidono in guerra e allo stesso tempo condannare a morte altri che uccidono”
Puntuale e precisa la risposta di Chaplin: “E’ una storia di frustrazione che, attraverso lo humour, mette in ridicolo una carriera criminale… Sono certo che gli spettatori non vedranno alcuna contestazione del sistema, ma vedranno, in parte, una critica al sistema, e sicuramente nessun sistema è al di sopra della critica”.
Alla fine prevale l’accordo: il “Breen Office” elenca in modo dettagliato, con tanto di pagina, le modifiche necessarie per il “via libera” definitivo al film; Chaplin le accetta riuscendo però a mantenere integra la conclusione politica e morale dell’opera, con la appassionata denuncia dei crimini di guerra.

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