Dal 5 al 7 giugno torna Lo Spiraglio FilmFestival che racconta attraverso le immagini il mondo della salute mentale nei suoi diversi aspetti. Presentati in concorso lungometraggi e cortometraggi, che saranno proiettati al Cinema Nuovo Aquila: il panorama delle opere selezionate – i direttori sono Federico Russo e Franco Montini – propone appassionate storie d’amore, lunghi viaggi alla scoperta di mondi sconosciuti, indagini su dichiarate patologie, ma anche riflessioni sul disagio psichico, con protagonisti di ogni età e ambientazione. In particolare il Festival mirerà a sviluppare l’incontro e il confronto tra mondi diversi e differenti sensibilità, anche esplorando gli elementi emergenti – sociali e quindi psichici, psicologici e dunque sociali – legati al tema della crisi.
Evento di apertura, giovedì 5 giugno a partire dalle ore 20,30, un incontro con l’attore e regista Rolando Ravello dal titolo “Indagando sulla fragilità”. A seguire, la proiezione del film diretto dallo stesso Ravello, Ti ricordi di me?, interpretato da Edoardo Leo e Ambra Angiolini. Nella serata finale, sabato 7 giugno, alle ore 21, Carlo Verdone riceverà il Premio Lo Spiraglio Fondazione Roma Solidale Onlus e sarà protagonista dell’incontro dal titolo “Troppo simpatici” a cui seguirà la proiezione del suo Ma che colpa abbiamo noi.
La giuria, presieduta dal regista e sceneggiatore Francesco Bruni e composta dall’attrice Valentina Carnelutti, dal critico cinematografico Federico Pontiggia, dalla psicanalista Luciana De Franco e dallo psichiatra Walter Procaccio assegnerà il Premio Fausto Antonucci di 1.000 euro al miglior cortometraggio e il Premio J. Garcia Badaracco Fondazione M.E. Mitre di 1.000 euro al miglior lungometraggio. E’ anche prevista l’assegnazione di un Premio speciale della giuria, all’opera considerata particolarmente significativa per il tema e per la modalità con cui tratta l’argomento.
Tra i lungometraggi presentati, L’altro Fellini di Roberto Naccari e Stefano Bisulli: Federico Fellini è il cineasta più conosciuto del mondo. Quello che di Federico pochi sanno è che aveva un fratello, Riccardo, anche lui regista. Quello che nessuno sa e su cui non si era mai indagato è il complicato rapporto che li ha uniti e divisi, per tutta la vita. Una storia che svela aspetti sconosciuti e inaspettati dell’interiorità di Federico facendo emergere di fatto un altro Fellini. Quindi, The girl from the wardrobe, opera prima del polacco Bodo Kox. I fratelli Jacek e Tomek vivono in uno dei tanti palazzi di cemento in una zona residenziale. Tomek soffre della sindrome di Savant e Jack lavora a casa come webmaster. Sono inseparabili e solo quando Jack ha bisogno di andare ad un incontro di lavoro, lascia suo fratello con la ripugnante nuova vicina. La signora Magda Kwiatkowska che abita di fronte ai ragazzi è molto misteriosa e sembra avere un che di selvaggio. Lascia raramente il suo appartamento, odia gli altri e uscire le è insopportabile. Un giorno, Jacek ha bisogno di andare in un’altra città e chiede a Magda di rimanere con il fratello malato. È l’inizio dell’amicizia tra i due e allo stesso tempo l’inizio della loro fine. Altro lungometraggio presentato, Artic spleen, di Piergiorgio Casotti, un viaggio intimo e personale nella vita giovanile groenlandese dove natura, noia, violenza e tradizione stanno da decenni reclamando il più alto dei “tributi”. Quello di centinaia di giovani vite. Le esperienze di Ole, Elvira, Hans e Kaleeraq, sopravvissuti a diversi tentativi, non sono singole storie isolate ma lo specchio delle paure di un’enorme parte di giovani groenlandesi incline al suicidio. Un documentario che offre una diversa prospettiva sociale sulla comunità di 3.000 Inuit di Tasiilaq e dei 6 villaggi che costituiscono la costa est della Groenlandia. Una delle società attualmente meno conosciute nel mondo. Tra i cortometraggi presentati, Mathieu, del regista romano Massimiliano Camaiti, già autore del corto Armando, nominato ai David di Donatello. Il film racconta la difficoltà di esprimere veramente se stessi all’interno della società di oggi attraverso la storia di Mathieu, francese sui trent’anni, il quale ha capito che nella vita per essere amato da tutti e non avere problemi, deve dare agli altri ciò che vogliono. Ma se da un lato questo oggi lo abbiamo capito tutti, per Mathieu la questione si è fatta un po’ più complessa… Altro cortometraggio in concorso, INSIDEOUT, della regista Flaminia Graziadei, già vincitore del Premio Miglior Cortometraggio al London Independent Film Festival. Il corto narra di OUT, donna in carriera, abituata ad avere grandi responsabilità e a lavorare sotto pressione. Ma ha un segreto di cui a malapena riesce a parlare: soffre di attacchi di panico. Si manifestano all’improvviso, violenti e inaspettati, lasciandola prostrata. Un giorno qualcosa cambia: INSIDE, il suo inconscio, si manifesta e si stacca da lei, cominciando a vagare per le strade della città. OUT finalmente si rende conto che l’unico modo per superare la propria condizione è di accettarla. Inizia così una ricerca affannosa di INSIDE e ora OUT sa cosa fare per riappropriarsi per sempre di quella oscura e vulnerabile parte di sé. Altro cortometraggio del festival, Zweibettzimmer, del tedesco Fabian Giessler, parabola sull’avidità umana nella storia di due anziani che condividono una stanza d’ospedale (Zweibettzimmer significa, appunto, camera doppia), dove la finestra è l’unica connessione con il mondo esterno e diventa, quindi, una risorsa ambita.
Saranno numerosi gli incontri speciali organizzati dal festival che si terranno tutto presso il Nuovo Cinema Aquila. Tra questi, giovedì 5 giugno alle ore 18.00, Dario D’Ambrosi e il teatro patologico. Venerdì 6 giugno alle ore 16.30, Il danno- La psichiatria tra migranti forzati, vittime di tortura, richiedenti asilo. Ne discuteranno: Giancarlo Santone (Alta Professionalità in Psichiatria transculturale e delle migrazioni e Coordinatore Centro SAMIFO – ASL Roma A), e Berardino Guarino (Direttore Progetti Centro Astalli). Sempre venerdì 6 giugno ma alle ore 20, Prima del calcio di rigore – Il calcio tra cura e follia.
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