Capri, Hollywood: premi e #MeToo

Da Quentin Tarantino a Paul Feig sono tanti i cineasti americani premiati sull'Isola Azzurra. Mentre in questa edizione, presieduta da Francesca Archibugi, tiene banco il tema cinema & donne


Quentin Tarantino per C’era una volta a Hollywood ha vinto il premio Best Director 2019 alla 24esima edizione di Capri, Hollywood- The International Film Fest: il riconoscimento, annunciato a sorpresa da Pascal Vicedomini, fondatore e produttore del festival, è stato consegnato da un nutrito gruppo di premi Oscar alla produttrice Shannon McIntosh già insignita del titolo di Produttore dell’anno. Il film è tra i favoriti nella corsa alle statuette 2020 e a tutti gli awards internazionali: conta già cinque nomination ai Golden Globes (tra cui miglior film e regia e per gli attori Brad Pitt e Leonardo Di Caprio), 4 le candidature ai SAG e 12 ai Critics Choice Award.

Primo ciak a settembre 2020 ma è già in moto la pre-produzione di Ripley, la serie tv in otto puntate che Steven Zaillian girerà quasi interamente nel nostro paese con cast in maggioranza italiano, tratta dal primo libro di Patricia Highsmith. Aspettando le nomitation per gli Oscar (13 gennaio, dove è tra i favoriti per The Irishman di Martin Scorsese) il regista e sceneggiatore californiano ha ricevuto a Capri il premio per il migliore script dell’anno. ”Ho già fatto molti sopralluoghi – ha detto Zaillian – Capri, Ischia, Costiera amalfitana: cerchiamo villaggi di pescatori che ci possano riportare agli anni ’60 e girando in auto da Salerno a Sorrento ho scoperto Atrani e Cetara che mi hanno colpito molto. Nel libro vi sono ambientazioni a Roma, Venezia, Napoli, Positano, vedrò anche Palermo”.

Paul Feig è un re della commedia che ama le donne, le racconta, ci lavora, le produce e da tempi non sospetti. Premiato a Capri, Hollywood per Last Christmas il regista americano racconta come si lavora con Emilia Clarke ed Emma Thompson e sogna una storia romantica da ambientare sull’isola azzurra. Ma solo dopo un film di mostri top segret che girerà per la Universal, si spera nel 2020.

“Mi piace raccontare l’amicizia al femminile, anzi preferisco che lo facciano direttamente le donne. Con la mia casa di produzione cerco di sostenere le autrici, le registe, ma anche tutte le professionalità impegnate nei ruoli tecnici di un film – ha detto Zaillian – In questo senso le piattaforme possono fare molto e offrire tante opportunità per farsi conoscere, sono assolutamente favorevole”. L’argomento donne & cinema tiene banco quest’anno al festival prodotto da Pascal Vicedomini e presieduto dalla regista Francesca Archibugi. “Il movimento #MeToo ha contribuito a rendere le donne più influenti nell’industria Usa. Di tutto quello che e successo voglio trarre un bilancio positivo. Non si potevano più chiudere gli occhi sulla differenza abissale tra uomini e donne nel mondo del cinema, su una situazione non equa. Certe inchieste hanno acceso un faro”.

La 24esima edizione del Festival, fino al 2 gennaio, è organizzata con il sostegno del MiBACT DG Cinema e Regione Campania.

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31 Dicembre 2019

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