Cannes 75, tra Palme d’oro e guerra

Film d'apertura del festival, che si svolgerà dal 17 al 28 maggio, Z (comme Z) del beniamino di casa Michel Hazanavicius. Mentre l'ucraino Sergei Loznitsa avrà uno spazio speciale


Ritorno alla normalità post Covid dopo due edizioni molto tormentate ma anche attenzione al conflitto in corso sono i temi principali della conferenza stampa di Thierry Frémaux e del presidente uscente Pierre Lescure. Che hanno presentato il programma del 75° Festival di Cannes a Parigi e in diretta streaming.

Due gli autori italiani in concorso (Mario Martone e la produttivamente francese Valeria Bruni Tedeschi), mentre l’attesa serie di Marco Bellocchio Esterno notte trova collocazione in CannesPremiere.

Film d’apertura del festival, che si svolgerà dal 17 al 28 maggio, proprio a cavallo tra due importanti appuntamenti elettorali francesi, Z (comme Z) del beniamino di casa Michel Hazanavicius (fuori concorso) a cui Frémaux dedica parole ispirate ricordando come nel film precedente The Search abbia affrontato il tema del conflitto in Cecenia con capacità profetica. Z (comme Z) ha l’aria di un divertissement essendo ambientato sul set di un film di zombie a basso budget: mentre si preparano a girare una scena, i cineasti vengono sconvolti dall’arrivo dei veri morti viventi. Nel cast troviamo Romain Duris e, ovviamente, Bérénice Bejo.

L’ucraino Sergei Loznitsa avrà uno spazio speciale per il suo nuovo lavoro, Natural History of Destruction, si è parlato di lui dopo il clamoroso gesto di lasciare la European Film Academy a febbraio a causa della reazione “troppo tiepida” all’invasione russa dell’Accademia. Il filmmaker è un habituée di Cannes dove è stato nel 2010 con My Joy e nel 2012 con In the Fog, oltre che col documentario Maidan sulle proteste a Kiev e la repressione violenta. Com’è noto il Festival di Cannes ha vietato la partecipazione alle delegazioni ufficiali russe, ma troviamo in concorso Tchaïkovski’s Wife di Kirill Serebrennikov, cineasta che ha lasciato la Russia e vive in Germania.

Sul versante spettacolare un titolo da tenere d’occhio è il documentario di Ethan Coen Jerry Lee Lewis: Trouble in Mind. Ma soprattutto l’omaggio al divo (“eccezionale per coerenza, qualità e impegno” come dice Frémaux) Tom Cruise che prevede anche la proiezione di Top Gun: Maverick di Joseph Kosinski. Il già annunciato Elvis di Baz Luhrmann sarà proiettato il 25 maggio, da vedere anche Novembre di Cédric Jimenez sull’attentato a Parigi del 13 novembre, Three Thousand Years of Longing di George Miller, Mascarade di Nicolas Bedos. Nelle Midnight Screenings si fa notare Fumer fait tousser dell’istrionico Quentin Dupieux; in CannesPremiere, oltre a Bellocchio, c’è una serie Olivier Assayas intitolata Irma Vep che fa ben sperare.

E veniamo al concorso con 18 film in cui troviamo grandi nomi e autori meno conosciuti. Intanto quattro Palme d’oro ovvero i fratelli Dardenne con Tori et Lokita, Cristian Mungiu con RMN, Kore-Eda Hirokazu con Broker e Ruben Ostlund con Triangle of Sadness (nella foto). Quindi, in ordine sparso, Holy Spider dell’iraniano naturalizzato danese Ali Abbasi, Les Amandiers di Valeria Bruni Tedeschi (una delle tre donne in competizione con Kelly Reichardt e Claire Denis), Crimes of the Future del maestro canadese David Cronenberg, Stars at noon di Claire Denis, un polar diplomatico ambientato in centro America, Frère et sœur di un autore che raramente delude come Arnaud Desplechin, Close di Lukas Dhont, Armageddon Time dell’americano James Gray, Nostalgia di Mario Martone con Pierfrancesco Favino, Decision to Leave di Park Chan-wook, Showing up di Kelly Reichardt, che riceverà il Premio alla carriera a Locarno, Leila’s Brothers dell’iraniano Saeed Roustaee, Boy from Heaven dello svedese di origini egiziane Tarik Saleh, il citato Tchaïkovski’s Wife di Kirill Serebrennikov di ambientazione storica, Eo di Jerzy Skolimowski che nel curioso titolo si riferisce al raglio dell’asino come Au hasard Balthazar di Bresson. 

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