Il cineasta romano torna alle origini con un docufilm sulle realtà di una Roma cruda e realistica, raccontando le vite dei membri una baby gang che vuole prendere il controllo del quartiere e fare soldi, intrecciate con quelle dei coetanei che fanno, invece, una vita da normali sedicenni.
“Un viaggio nel bullismo contemporaneo accentuato anche a causa dell’ammirazione che i giovanissimi nutrono nei confronti dei protagonisti negativi di alcuni videogiochi, film o serie tv. Di questi prodotti, infatti, i ragazzi non percepiscono il messaggio di denuncia”, dichiara Calvagna, “ ma, piuttosto, rendono gli antieroi figure iconiche che li spingono all’emulazione di comportamenti criminali, poiché non sono in grado di comprendere i confini fra realtà e finzione e le gravi conseguenze che ne scaturiscono. Per di più, la moderna società impone metodi educativi molto più tolleranti rispetto al passato, ma, spesso, si fa l’errore di trasformare tale tolleranza in un permissivismo che non consente ai giovani di imparare ad apprezzare alcuni valori”.
Non mancherà la tematica del cyberbullismo, che allarga enormemente le possibilità di essere vittima di scherno, tanto da conoscenti, quanto da persone sconosciute e lontane. Perché i social network mettono ogni persona “in vetrina”, alla portata dei giudizi di chiunque, e le giovani ragazze, inoltre, possono diventare vittime, più o meno coscienti, della prostituzione minorile, scegliendo di diventare baby squillo al fine di garantirsi denaro e beni materiali. Un percorso nella psicologia e nelle storie dei ragazzi che vivono intorno a noi.
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