C’era una volta l’Azzurro Scipioni: il sogno immortale di Silvano Agosti

Presentato alla Festa del Cinema di Roma il documentario sulla storia del mitico cinema di via deGLI Scipioni


C’è un passaggio di C’era una volta il cinema Azzurro Scipioni in cui Nicola Piovani (che ha composto la colonna sonora di questo documentario) dice che negli anni Silvano Agosti sembra mantenere intatto il suo aspetto, e una certa naïveté. C’era una volta il cinema Azzurro Scipioni restituisce appieno questo senso di ingenuità, mostrando con una patina di artigianalità militante “vita, morte e rinascita del Cinema Azzurro Scipioni”.

È necessario, prima di qualsiasi altra considerazione, contestualizzare il senso di un’operazione come questa, e spiegare – per chi non lo sapesse – cos’è il cinema Azzurro Scipioni. L’Azzurro Scipioni è un cinema con due sale in via degli Scipioni nel quartiere Prati di Roma. È stato creato/ideato/sognato da  Silvano Agosti, uomo dal multiforme ingegno (regista, sceneggiatore, montatore, direttore della fotografia, sceneggiatore, filosofo e poeta, ma queste sono solo etichette alle quali egli stesso rifugge). 

Sono due le motivazioni che hanno spinto Agosti a creare questo cinema. La prima è che sognò Chaplin estremamente triste davanti a un cinema chiuso, e, per tirarlo su di morale, gli promise che l’avrebbe aperto lui (una delle due sale dell’Azzurro si chiamerà proprio Chaplin). La seconda è che nel 1982 Agosti aveva prodotto Il pianeta azzurro di Franco Piavoli, un film che ebbe un’ottima risposta di critica ma che non riusciva a trovare una sola sala in Italia che lo distribuisse. Con la stessa intraprendenza di cui aveva dato prova nell’onirico incontro con Chaplin, Agosti decise di aprire lui una sala dove il film sarebbe stato distribuito. L’avrebbe tenuto in programmazione per mesi, inaugurando un modo tutto suo di gestire un cinema: solo film d’autore, i massimi capolavori della cinematografia mondiale, riproposti anche per settimane e settimane consecutivamente. 

È chiaro che un cinema del genere sia destinato a navigare a vista, dal punto di vista economico. Così, quando con la pandemia è iniziata la profonda crisi di tutte le sale, questa così piccola e così speciale ha dovuto chiudere. Il 29 marzo 2021 al cinema Azzurro Scipioni veniva portato via il pianoforte  dove in una delle sue visite Morricone accennò il tema di C’era una volta in America, l’insegna veniva staccata dal muro, ma un Agosti combattivo che a stento tratteneva la commozione annunciava: “Questa è solo la fine di questo spazio, apriremo il Nuovo Cinema Azzurro Scipioni”. Agosti non ha mai avuto, o almeno così dice, il timore che l’Azzurro potesse davvero chiudere, per il semplice fatto che “finché sono vivo io l’Azzurro Scipioni non chiuderà mai”. 

Ma se C’era una volta il cinema Azzurro Scipioni è una storia di vita, morte e rinascita, è perché effettivamente l’Azzurro non solo non è chiuso, come Agosti sapeva, ma è rimasto al suo posto, in via degli Scipioni, grazie alla banca BNL, che ha siglato col cinema un accordo di cinque anni che prevede anche la ristrutturazione della struttura, che dovrebbe concludersi a gennaio 2023. 

C’era una volta il cinema Azzurro Scipioni è il racconto di cosa è stato l’Azzurro attraverso la miriade di personalità del mondo del cinema che ci sono passate per presentare un propria opera o per sostenere il lavoro di Agosti, o anche solo per chiacchierare con lui. Elencare  queste personalità potrebbe avere una maggiore efficacia nello spiegare la portata del fenomeno culturale dell’Azzurro Scipioni, e allora eccole: Mario Monicelli, Ennio Morricone, Giuliano Montaldo, Enrico Ghezzi, Bernardo Bertolucci, Adriano Aprà, Abel Ferrara, Gigi Proietti, Marco Bellocchio, Michele Kalamera, Nanni Moretti, Alejandro Jodorowsky, Fabio Volo, Fausto Bertinotti, Paolo e Vittorio Taviani, Stephen e Timothy Quay, Luciana Cavani, vittorio Storaro, Carlo Verdone, Laura Betti, Michelangelo Antonioni, Carlo Lizzani, Citto Maselli, Mario Martone, Sergio Rubini e Gianni Amelio (e chissà quanti altri ne sono passati). 

Il Cinema Azzurro Scipioni non morirà nemmeno con la morte di Silvano Agosti. Alla Festa del Cinema di Roma, dove C’era una volta il cinema Azzurro Scipioni è stato presentato, Silvano Agosti ha annunciato che il regista del film, suo “figlioccio” Lorenzo Negri, erediterà questo tesoro, e con esso un compito: proiettare sempre e solo capolavori di cinema d’autore,  quei film la cui visione ci fa, alla fine, “assomigliare di più a noi stessi, perché ci mettono al centro del nostro universo”. Niente film “d’evasione”, che “confermano che siamo tutti carcerati, perché chi è che evade?”.  

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22 Ottobre 2022

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