James Curtis con Buster Keaton: A Filmmaker’s Life (Knopf, New York) ci offre una nuova biografia dettagliatissima del geniale artista americano, seguito giorno per giorno. Nel 1963 la Mostra di Venezia propone la retrospettiva “Gli anni d’oro di Buster Keaton”, arricchita da un catalogo curato da Davide Turconi e Francesco Savio. Dieci programmi di corti e lungometraggi, all’epoca invisibili, diretti e interpretati da Keaton nel periodo muto. Gene Moskowitz ha descritto su ‘Variety’ le reazioni entusiastiche da parte di pubblico e stampa, e le pressanti richieste di repliche a causa dell’esaurimento dei posti in sala.
Due anni più tardi chi scrive era presente a quanto è accaduto alla Mostra di Venezia. Racconta Curtis: “Keaton arrivò a Venezia per la proiezione di Film di Alan Schneider e Samuel Beckett del 4 settembre 1965, ma non stava bene. ‘Era così malato’, secondo sua moglie Eleanor. ‘Era malato come un cane… Non teneva il cibo molto bene. Non aveva più energia né forza’. È apparso in pubblico due volte quel giorno, la prima volta per una conferenza stampa mattutina [in Sala Grande, NdR], ove ha finalmente visto che cosa avessero combinato Beckett e Alan Schneider. Come riferisce Pearl Sheffy sulla ‘Montreal Gazette’, ‘Duecento critici provenienti da due dozzine di paesi, la maggior parte dei quali erano rimasti gelidi alla fine del film, sono balzati in piedi quando Keaton è salito sul palcoscenico e gli hanno tributato una ovazione durata dieci minuti’. Dopo alcuni preliminari, Keaton iniziò a parlare estemporaneamente, dicendo che era in Italia per interpretare un generale – un’idea che suscitò un forte applauso dalla folla – e che sarebbe poi andato in Spagna per girare Dolci vizi al foro. ‘Ho ricevuto molte altre offerte ma non potevo accettarle. Non ho tempo da perdere’. Le sue aspettative erano scarse per la proiezione di gala della sera. Le immagini del film erano molto crude, artistiche e cupe. ‘Non ho mai capito di cosa si trattasse’, ha affermato. ‘Beckett era sempre sul set e una volta gli ho chiesto: ‘Come fai ad avere tutte queste idee folli? È perché ieri avevi mangiato del formaggio gallese?’ Si limitò a sorridere e se ne andò. Il pubblico serale del Palazzo del Cinema era colmo di aspettative dato che molti spettatori avevano ricordi emozionanti della retrospettiva Keaton di due anni prima. Gli applausi sono iniziati quando i Keaton hanno fatto la loro comparsa in prima fila in galleria e si sono seduti. Man mano che molti spettatori si voltavano verso di loro, l’applauso si faceva sempre più forte e intenso, finché l’intera sala non si alzò in piedi”.
“Buster Keaton ha ricevuto un’ovazione come io non avevo mai visto prima in tanti anni trascorsi a coprire i festival cinematografici”, ha scritto Francis Koval. “Anche i giornalisti più tranquilli si sono alzati in piedi per esultare”. Qualcuno ha dato un colpetto sulla spalla a Buster, e lui è sembrato sinceramente sorpreso, come a dire: Per me? Alla fine si è alzato e si è inchinato. ‘Ha pianto per l’ovazione che ha ricevuto quella sera. È stata una standing ovation che è andata avanti senza fine’, ricorda Eleanor”.
James Curtis si sofferma in seguito su Due marines e un generale, il film che ha portato Keaton in Italia, una coproduzione tra American International Pictures e Italian International Films del produttore Fulvio Lucisano, intitolata in inglese War Italian Style; regia di Luigi Scattini, protagonisti Franco Franchi e Ciccio Ingrassia.
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