Per il terzo anno consecutivo, il Venice Days Award verrà assegnato da una giuria di 28 giovani europei di 28 Times Cinema. Il progetto, che giunge quest’anno alla sua VII edizione, è promosso dalle Giornate degli Autori, dal LUX Film Prize del Parlamento europeo e dal network di sale d’essai di Europa Cinemas, con la collaborazione di Cineuropa.
28 ragazzi tra i 18 e i 25 anni, ciascuno proveniente da un paese dell’Unione, sono coordinati dal direttore artistico del Festival di Karlovy Vary, Karel Och: ragazzi appena usciti da scuola, studenti universitari di cinema e di animazione, giornalisti, blogger, musicisti, attori, ma anche storici, ingegneri e tuttofare. A presiedere la giuria sarà lo scrittore, fotografo e regista canadese Bruce La Bruce.
Sarà Microcinema a distribuire nelle sale italiane il film Leone d'Oro 2016, The woman who left, nuovo capolavoro di Lav Diaz. La pellicola, che nonostante il massimo riconoscimento al Lido non aveva ancora distribuzione e che si temeva restasse appannaggio soltanto dei cinefili che l'hanno apprezzata alla 73esima Mostra di Venezia, sarà quindi visibile a tutti, permettendo così agli spettatori del nostro Paese di ammirare per la prima volta un'opera del maestro filippino sul grande schermo
Il film di Denis Villeneuve segnalato dalla giuria di critici e giornalisti come il migliore per l'uso degli effetti speciali. Una menzione è andata a Voyage of Time di Terrence Malick per l'uso del digitale originale e privo di referenti
Il direttore della Mostra commenta i premi della 73ma edizione. In una stagione non felice per il cinema italiano, si conferma la vitalità del documentario con il premio di Orizzonti a Liberami. E sulla durata monstre del Leone d'oro The Woman Who Left: "Vorrà dire che si andrà a cercare il suo pubblico sulle piattaforme tv"
Anche se l’Italia è rimasta a bocca asciutta in termini di premi ‘grossi’, portiamo a casa con soddisfazione il premio Orizzonti a Liberami di Federica Di Giacomo, curiosa indagine antropologica sugli esorcismi nel Sud Italia. Qualcuno ha chiesto al presidente Guédiguian se per caso il fatto di non conoscere l’italiano e non aver colto tutte le sfumature grottesche del film possa aver influenzato il giudizio finale: “Ma io lo parlo l’italiano – risponde il Presidente, in italiano, e poi continua, nella sua lingua – il film è un’allegoria di quello che succede nella nostra società". Mentre su Lav Diaz dice Sam Mendes: "non abbiamo pensato alla distribuzione, solo al film. Speriamo che premiarlo contribuisca a incoraggiare il pubblico"