“Genitori, grazie di aver insegnato ai vostri bambini la storia di un etero che non esiste come Babbo Natale e non la storia di una lesbica che esiste come Martina Navratilova”. A dirlo è il protagonista di Bros, presentato oggi nella sezione Grand Public della Festa del Cinema. Si chiama Bobby (Billy Eichner) ed è un gay consapevole e battagliero che realizza un podcast militante di successo e sta per aprire un museo di storia LGBTQ+ a New York. Un luogo in cui un eccentrico investitore vuole inserire “le montagne russe dei traumi gay” e i cui soci, rappresentanti delle varie categorie LGBTQ+, dicono sospirando “ve li ricordate gli etero? Sono durati parecchio”. Nella vita privata Billy è un single che non è mai stato capace di impegnarsi in una relazione stabile e che salta – senza grande soddisfazione – da un letto all’altro grazie alle app di incontri. Finché non si imbatte in Aaron (Luke Macfarlane), muscoloso e sexy. I due, all’apparenza molto diversi, sono attratti l’uno dall’altro, ma anche pieni di resistenze. “Nessuno è emotivamente più inaccessibile di me!”, gli urla Bobby durante le schermaglie, quasi a fare a gara.
Divertente e tenera, ispirata da molti classici del genere (da Harry ti presento Sally a C’è posta per te, ma anche Dentro la notizia, film molto amato da Eichner), Bros è etichettata dai suoi stessi realizzatori come “la prima commedia romantica su due uomini gay realizzata da una major”, è scritta dal regista Nicholas Stoller con il protagonista Billy Eichner e prodotta da Judd Apatow con il regista e l’attore. “Avevo lavorato per Nicholas come attore – racconta Eichner a proposto della genesi del film – Lui è etero, io sono gay, lui è un regista e io un attore. Mi ha proposto il suo nuovo film parlandomi di una commedia romantica su una coppia gay. Per un anno lui mi ha istruito su come scrivere una commedia per una grossa produzione e io ho istruito lui sulla cultura gay e su cosa significhi essere un gay single nel 2022, con le relazioni e gli appuntamenti”. “Perché non è stata realizzata prima una produzione così grande su una coppia gay? – commenta Stoller – Sarebbe dovuto accadere molto anni fa”.
“Io sono un gay a Hollywood, dichiarato da sempre – continua Eichner – E spesso i ruoli gay sono interpretati da etero e scritti per etero, è raro che siamo noi a impersonare le nostre storie”. Anche nel film, che garantisce una massiccia dose di risate, si ironizza sul tema. “Vedo la mia vita come un’altra occasione per Benedict Cumberbatch di vincere l’Oscar”, si dicono i personaggi ridendo. Senza entrare in troppi dettagli, si può svelare che Bros ha un happy ending: “Evviva – commenta il suo protagonista – ci sono tantissime storie LGBTQ+ che finiscono in tragedia. Di Call Me by Your Name hanno detto che è una storia felice, ma lui piange per venti minuti perché il suo amore si sta per sposare!”.
Nel weekend di apertura, a inizio ottobre, negli Stati Uniti Bros ha incassato “solo” 4,8 milioni di dollari: un risultato al di sotto delle aspettative. Vedremo ora cosa succederà in Italia, quando la rom com arcobaleno uscirà con Universal il 3 novembre.
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