Chi non ha mai avuto un amico immaginario da piccolo? Brian non è più un bambino. Ma ha ancora tanta, ma tanta immaginazione. Questo strampalato inventore del Galles, dopo un inverno particolarmente rigido e in preda alla solitudine, decide di costruire con una lavatrice e vari pezzi di ricambio un amico che gli possa fare compagnia.
Così nasce Charles Petrescu, un robot di intelligenza artificiale che impara l’inglese da un dizionario e ha un’ossessione per i cavoli. A dare vita a questa storia è David Earl, attore e comico britannico, noto anche per la sua collaborazione con Ricky Gervais.
Il personaggio di Brian Gittins è nato negli show dal vivo, come peggior stand-up comedian del mondo, e poi si è evoluto prima in un cortometraggio e alla fine in una commedia fiabesca, tenera e divertente dal titolo Brian e Charles, diretta da Jim Archer, e scritta da Earl insieme a Chris Hayward, che nel film interpreta proprio Charles.
La pellicola uscirà nelle sale italiane il 31 agosto con Lucky Red, dopo la presentazione in anteprima al Giffoni Film Festival. “Quando ho creato questo personaggio, mi sono reso conto di quanto il pubblico già nei club gli fosse affezionato – ha raccontato a Roma Earl, prima di partire per il Giffoni insieme a Hayward e Archer – Una sera, mentre stavo facendo un programma radiofonico nei panni di Brian, è intervenuto il mio amico produttore Rupert Majendie e per via della sua timidezza ha voluto usare un software di simulazione vocale. Quella voce robotica mi ha conquistato e ho pensato di voler realizzare un vero robot. Così con Chris è nato il personaggio di Charles che abbiamo iniziato a portare nei locali in coppia con Brian”.
Nei live i due personaggi hanno una comicità più sferzante, ma nell’adattamento per il grande schermo Earl e Hayward hanno preferito ammorbidire e addolcire la coppia. “Abbiamo pensato che il film dovesse arrivare a un pubblico più vasto – ha spiegato Hayward – Dunque è stato importante rendere più gradevoli Brian e Charles”. Tra i due c’è un rapporto che assomiglia a quello tra un padre e un figlio, con Charles che prima viene al mondo e poi una volta scoperto, cerca la sua libertà.
“Quando ho scritto la sceneggiatura, mio figlio più grande aveva 14, 15 anni e tra noi si stava creando un rapporto conflittuale che ho pensato di inserire proprio nel film”, ha spiegato Earl.
Per raccontare questa fiaba moderna, Archer ha optato per il genere del mockumentary. “La scommessa più grande era che le persone potessero voler bene a questo personaggio che è fatto con una lavatrice e lo stile del falso documentario poteva aiutarci in questo senso”, ha spiegato il regista, per il quale è stato fondamentale anche trovare la giusta ambientazione.
“Il paesaggio del Galles riflette il senso di solitudine e isolamento di Brian, il suo stato d’animo e mentale”, ha detto ancora. In questa storia non manca il cattivo, Eddie (Jamie Michie), che prende di mira Brian e Charles, ma è presente anche l’aspetto romantico, con il bizzarro inventore che prova un affetto per la dolce Hazel (Louise Brealey).
“Noi siamo cresciuti tutti in campagna e quando vivi in un luogo che sembra un wild west bello e duro, ti puoi imbattere in personaggi di questo genere, che sono nati sulla base dei nostri ricordi”, ha spiegato Hayward.I due attori e il regista sperano che ai ragazzi che guarderanno il film, sia al Giffoni che al cinema, “venga voglia di prendere e costruire qualcosa con la loro immaginazione. La fantasia è qualcosa di molto importante anche per noi adulti. Ci aiuta a continuare a sognare a occhi aperti per riuscire a sopravvivere in un mondo del genere”, hanno detto i tre all’unisono. E chissà che la loro immaginazione non li porti anche a realizzare nuovi progetti su Brian e Charles.
“Potrebbe diventare una serie, un fumetto o magari anche un musical. Si vedrà”.
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