VENEZIA – Ruolo da Oscar per Brendan Fraser in The Whale, il film di Darren Aronofsky in concorso a Venezia 79. Una sfida ‘enorme’ per l’attore che ha dovuto “imparare” a muoversi con addosso un ‘costume’ da 300 kg, una tuta protesica che simula il corpo obeso del protagonista di questa storia tragica di redenzione. Nel film Fraser è un insegnante di scrittura creativa, obeso e compulsivo nel suo rapporto con il cibo, che cerca di recuperare il rapporto con la figlia adolescente Ellie (Sadie Sink) che ha abbandonato anni prima quando si è innamorato di un ragazzo, tutto in una settimana, mentre uno scompenso cardiaco lo sta portando alla tomba. “Ho dovuto imparare una maniera assolutamente nuova di muovermi. Ho sviluppato muscoli che non sapevo di avere e sentito le vertigini a fine giornata quando mi toglievano la tuta. Mi ha fatto apprezzare chi ha un corpo simile: bisogna essere davvero forti fisicamente e mentalmente”, afferma l’attore, che ha vissuto lui stesso una situazione di forte depressione che l’ha portato a prendere peso: “È una storia di ciò che succede dietro una porta chiusa. Questa è stata la sfida più grande per me, Charlie è l’uomo più eroico che abbia mai interpretato. Ha un superpotere: vede il bene nelle persone”.
E' possibile iscriversi per team di nazionalità italiana composti da registi alla loro opera prima o seconda, associati a produttori che abbiano realizzato almeno tre audiovisivi
"Il cinema italiano ne esce bene. E anche Netflix". Bilancio di fine Mostra per il direttore Alberto Barbera e il presidente Roberto Cicutto. Si registra un +6% di biglietti venduti rispetto al 2019. Tra i temi toccati anche il Leone del futuro ad Alice Diop, documentarista attiva da più di dieci anni
Abbiamo incontrato il regista Leone d’argento – Miglior Regia: “Non penso sia un film horror ma una storia d’amore, come non credo che L’Esorcista non sia un horror ma un film bergmaniano fatto a Hollywood”. Bones and All esce in Italia – e nel mondo – dal 23 novembre
A volte i veri protagonisti sono gli assenti, come il regista dissidente Jafar Panahi, imprigionato da ormai due mesi, a cui Luca Guadagnino e Laura Poitras dedicano i loro premi