VENEZIA – Il tax credit per il cinema è stato al centro del Convegno Banche & Cinema 2012: strategie, sinergie e percorsi innovativi, organizzato da ANICA, ABI e La Biennale di Venezia e tenutosi oggi nellambito della Mostra del Cinema. Il dg cinema Nicola Borrelli ha reso pubblici i dati sull’applicazione del tax credit esterno, ossia rivolto a imprese non appartenenti al settore cinematografico negli ultimi due anni. Il risultato è positivo: sono stati richiesti interventi di finanziamento da 151 imprese, che hanno generato un credito dimposta per 80 milioni di euro, ossia il doppio dellimpegno diretto dello Stato per il cinema.
Borrelli ha riportato al convegno la volontà del ministro Ornaghi di proporre al Governo l’estensione ai prossimi anni del provvedimento relativo al tax credit per le imprese cinematografiche, in scadenza nel 2013, già a partire dal prossimo decreto sulla stabilità che il governo Monti sta elaborando. Il convegno ha messo a confronto le esigenze del mondo della produzione cinematografica con quello degli Istituti di credito, i quali, negli ultimi anni, hanno riconosciuto al settore cinematografico una capacità imprenditoriale molto alta.
“E’ necessario estendere alle imprese private questa fiducia che il mondo della finanza e del credito ha riconosciuto al settore cinematografico”, ha affermato il presidente dell’ANICA, Riccardo Tozzi, sottolineando come il mondo dellimpresa culturale sia il comparto che dovrebbe costituire la punta di diamante dello sviluppo per l’Italia.
Un suggerimento colto al volo dal direttore generale dellABI, Giovanni Sabatini, che ha inquadrato il rapporto tra banche e cinema come un momento e una necessità per costruire un nuovo modello di sviluppo, che veda nella valorizzazione delle risorse culturali un leva per far ripartire la crescita. “La cultura deve essere sempre più il petrolio del nostro paese. In questo scenario rientra ovviamente lindustria cinematografica come veicolo chiave di promozione dellimmagine del’lItalia all’estero e del Made in Italy: Le banche – ha aggiunto Sabatini – devono potenziare la capacità di valorizzare più attentamente le idee di investimento”.
Gli interventi dei rappresentanti degli Istituti di credito hanno tutti rilevato i punti positivi così come quelli critici dell’introduzione del tax credit per il Cinema: Alberto Baldini, Responsabile del Settore Cinema della BNL – Gruppo BNL Paribas, ha rilevato come il cinema sia un elemento costitutivo del lavoro del suo Istituto, e che i 21 film che dal 2010 a oggi sono stati oggetto di un investimento di BNL abbiano avuti buoni rendimenti. Identica posizione è stata espressa da Samuele Sorato, direttore generale della Banca Popolare di Vicenza, che sull’opportunità del tax credit per il cinema ha costruito un modello di sviluppo commerciale, anche grazie a una nuova società di Merchant Bank appositamente costituita. Secondo Carlo Stocchetti, DG di Mediocredito Italiano, il settore cinematografico italiano deve fare un salto di qualità per svilupparsi e crescere: ancora oggi il 60 per cento degli imprenditori del settore non ritiene la banca un reale partner. “Mediocredito Italiano – ha dichiarato Stecchetti – ha l’obiettivo di diventare un partner finanziario a medio/lungo termine”.
E lintervento di Claudia Bugno, presidente del Comitato che gestisce tale fondo, ha descritto, ai numerosi intervenuti al convegno, la funzione della Garanzia pubblica, che è volta essenzialmente a limitare il rischio degli Istituti di Credito nella loro esposizione verso le imprese produttive.
Mario La Torre, professore ordinario di Economia degli intermediari finanziari alla Sapienza di Roma, ha messo l’accento su alcuni aspetti critici dellapplicazione del tax credit, che, in questa prima fase, a suo avviso, ha privilegiato le aziende cinematografiche già strutturate finanziariamente, lasciando indietro una miriade di idee, prodotti e aziende che non sono stati toccati dai provvedimenti fiscali. Nelle conclusioni, Angelo Barbagallo, presidente dei Produttori dell’ANICA, ha rimarcato gli aspetti molto positivi dell’impatto del tax credit sul settore, osservando come ci sia la necessità di aumentare il plafond delle agevolazioni fiscali, ora fermo a 2 milioni e mezzo di euro per ogni singola impresa, e di dare la possibilità di accesso al tax credit anche a società di intermediazione, sul modello delle SOFICA francesi, per costituire gruppi di opere filmiche, anche differenziati nel genere e nel volume di investimenti, che possano accedere alle agevolazioni.
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