Boris sans Beatrice: Tantalo in Quebec

Il film del quebecchino Daniel Coté è in concorso alla 66ma Berlinale


BERLINO – Boris Malinovsky è un uomo di successo. E’ ricco, fiero e arrogante. Sua moglie Beatrice, ministro nell’asset di governo canadese, è caduta in un misterioso stato di depressione. Per tenersi su, Boris intrattiene una relazione con la collega Helga e si avvicina anche sempre di più a Klara, giovane badante di Beatrice. Finché un individuo misterioso e inquietante non compare quasi dal nulla e lo costringe a confrontarsi con se stesso e la sua visione del mondo. Boris sans Beatrice, del quebecchino Daniel Coté, è in concorso alla 66ma Berlinale.

“Mi interessava esplorare un personaggio forte che conosce il prezzo e il guadagno del duro lavoro, che non deve chiedere nulla e che non ha mai conosciuto fallimenti di alcun tipo, dal punto di vista lavorativo, finanziario, ma anche emotivo – dice il regista – e che in un certo senso mostrasse la faccia del Quebec contemporaneo, abituato ai suoi confort social-democratici ma anche tentato dall’avventura del neo-liberalismo. Ma qualcosa turba il mondo perfetto di Boris, portandolo a chiedersi ‘sono una brava persona? E secondo chi, lo sono?’. La chiave dell’enigma è dentro di lui”.

Una sorta di mito contemporaneo, insomma, che però, sempre secondo il regista: “non doveva essere indirizzato a un racconto di redenzione di matrice giudaico-cristiana. Boris non deve realmente redimersi. Non ha fatto niente di esplicitamente sbagliato. E’ solo qualcuno che ama talmente tanto la vita che a volte si dimentica di essere mortale. Bisogna sentirsi in colpa perché le cose nella vita ti vanno bene? Non saprebbe dire esattamente cosa ha fatto di sbagliato ma continua a portare questo peso sulle sue spalle. In effetti, è un po’ come un Tantalo dei tempi moderni, e ho usato questo tema come eco in molte parti del film”. Nel film anche due attori culto come l’icona queer Bruce LaBruce e Denis Levant, attore feticcio di Léos Carax.

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