BIUTI QUIN OLIVIA


Due sorelle, Federica e Francesca Martino, e Biuti Quin Olivia. Il film, sospeso tra il tono amaro del realismo applicato a storie di violenza minorile e la prospettiva onirica con cui le due adolescenti protagoniste vivono le loro esperienze, è un articolo 8.
Federica ha scritto e diretto il film, sua opera prima, Francesca ha scelto il cast e scattato le foto di scena. La formula del finanziamento pubblico, si sa, allunga i tempi di realizzazione di un film ma, parola della regista, garantisce la possibilità di creare un’opera indipendente.
Federica ha lavorato sulla sceneggiatura per quasi due anni e ha provato con gli attori per lungo tempo. Precisa nel disegnare un albero genealogico per Biuti Quin Olivia: “Il padre del film è I quattrocento colpi di François Truffaut, la madre Senza tetto né legge di Agnès Varda e la sorella Sweetie di Jane Campion”.
Il titolo, tre parole di un inglese sgrammaticato, suggerisce l’ambientazione. Una periferia romana all’inizio degli anni ’80, dove si sente “il contrasto tra il sogno dell’America patinata e il degrado urbano”, afferma Federica. Su questo sfondo Lillie (la quattordicenne Eleonora Materazzo) venera il suo sogno: diventare ballerina come Olivia Newton John, attrice del film tormentone di quegli anni, Grease. E l’arrivo turbolento di Olivia (la brava Carolina Felline), una ragazzina segnata da lividi “fatti in casa” ma che possiede un talento naturale nel disegno e nel suonare la chitarra, diviene il simbolo del passaggio dall’infanzia all’età adulta.
Il cast, poco noto al cinema a parte Manrico Gammarota, è il risultato di una scelta coraggiosa: cercare volti nuovi e allo stesso tempo capaci. Elena Bonelli, della quale si rintraccia una piccola partecipazione in Touch and die di Piernico Solinas (1991), ha interpretato Franca, la madre di Olivia. “Per avvicinarmi al personaggio ho dovuto lavorare su una pesantezza del vivere. Franca voleva avere una cameriera nella vita, e invece si ritrova a lavorare come domestica nelle case di altri. In questo universo le parole non contano. La figlia la chiama per chiederle aiuto, ma lei non risponde”.
Carolina Felline, volto noto al pubblico televisivo (Le ali della vita di Stefano Reali, Ama il tuo nemico 2 di Damiano Damiani) e attrice promessa del cinema italiano (Quello che cerchi, film in digitale di Marco Puccioni), ha intepretato Olivia: “Il mio personaggio chiude il film con un tragico lieto fine”.
Un momento, quello al quale fa riferimento l’attrice, che ricorda Ofelia nell’Atalante di Jean Vigo, film a cui Federica Martino giura di non aver pensato.
La triste favola, che la regista ha realizzato in 8 settimane, esce in sala il 22 febbraio prossimo.

autore
15 Febbraio 2002

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