BILANCIO


A chi dice che la critica è morta (Goffredo Fofi non è il solo) ha risposto Ring!. Primo – e unico a quanto ci risulta – nel suo genere, il festival inventato da Alberto Barbera, Bruno Fornara, Lorenzo Pellizzari e Nuccio Lodato, ha fatto il pienone. Giovani spettatori intelligenti: tutti cinefili, molti, in qualche modo, aspiranti critici, spesso disposti a rinunce e sacrifici per fare un mestiere che, almeno all’apparenza, non ha granché di attraente. E di sicuro nulla di remunerativo.
Giovanissimi erano anche i finalisti e i vincitori del 22° Premio Adelio Ferrero, compresa una sedicenne. Alla fine Letizia Della Luna e Fabiano Massimi (per la recensione), Giulia Tellini e Filippo Bergonzoni (per la saggistica) sono saliti sul palcoscenico del Teatro Comunale, sabato sera, sotto riflettori che di rado torneranno a illuminarli, se proseguiranno – com’è auspicabile – la carriera.
Nei tre giorni precedenti erano saliti sullo stesso palco Adriano Aprà ed Enrico Ghezzi, Morando Morandini e Paolo Mereghetti, Gianni Rondolino e Claudio G. Fava, giudicato il miglior performer proprio dai finalisti del Premio Ferrero. Per non parlare di Callisto Cosulich, che con ottant’anni di vita e una cinquantina di militanza tra cronaca e recensioni non ha perso l’understatement e il tranquillo buonumore che ce lo fanno tanto apprezzare personalmente.
Sul ring alessandrino, ovviamente, è transitato anche qualche rappresentante della “controparte”. Non solo Nanni Moretti, protagonista di una serata Caro diario che già si pensa a portare in giro per l’Italia, ma anche Marco Bellocchio tornato piacentino e verdiano con il lavoro in HD Addio del passato; Mimmo Calopresti, Guido Chiesa e Davide Ferrario a polemizzare con Ferzetti-Nepoti-Silvestri; infine Emidio Greco.
Scarsi tutto sommato gli spargimenti di sangue durante i match, con l’eccezione dello scontro critici versus autori in cui Ferrario ci è andato giù duro. “Chi non sa fare un film non può neppure criticarlo” ha detto, suscitando la comprensibile ironia dell’avversario.
Bordate anche per l’assente Benigni, stroncato in diretta la sera della prima di Pinocchio. Difeso in differita sulla “Stampa” dal suo sceneggiatore Vincenzo Cerami. Che argomenta: “il film è piaciuto a tutti, tranne ai critici. Che abbiano colto l’occasione per ricompattarsi rumorosamente, per ritrovarsi in una consorteria andata ormai in pezzi”. Ring! – con la grande varietà di posizioni e stili che ha proposto – dimostra esattamente il contrario. L’anno prossimo si replica.

autore
14 Ottobre 2002

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