Bilanci e polemiche


“I film europei, e quelli italiani, sono come i vini e i formaggi. Vanno protetti e tutelati nella loro originalità e diversità”. Così, con un pizzico di provocazione, Luciana Castellina, presidente di Italia Cinema, ha ribadito l’impegno dell’Agenzia per la diffusione del cinema italiano nel mondo alla tutela della produzione nazionale, contro ogni sospetto di assistenzialismo. L’incontro-presentazione del 27 novembre di Italia Cinema a Palazzo Altemps prendeva a pretesto la riunione europea, a Roma, dei rappresentanti delle venti agenzie internazionali di promozione del cinema dell’Unione. La situazione del cinema italiano è stata così discussa nel più ampio contesto trasnazionale e comunitario.
Paul Howson del British Film Institute ha dettagliato gli sviluppi dell’azione del neonato British Film Council, che raggruppa in sé le potenzialità delle pre-esistenti istituzioni preposte al coordinamento, alla produzione, formazione e diffusione culturale nel campo cinematografico in Gran Bretagna. E che – particolare importante – “è gestito da professionisti del settore e non da esponenti della burocrazia”. Inoltre, Jo Mühlberger del coordinamento dell’European Film Promotion ha illustrato i cinque progetti messi in atto nell’Unione e nel resto del mondo a sostegno del prodotto audiovisivo europeo. Lanciato dal festival di Berlino è il programma Shooting Star, per la diffusione dell’immagine a livello trasnazionale di giovani attori e attrici di belle speranze già noti nel proprio Paese di origine – per l’ltalia, Maya Sansa e Stefano Accorsi, purtroppo trattenuto da impegni di set . Un secondo progetto è Producers on the move, che ha portato a Cannes 17 produttrici piene di entusiasmo alla ricerca di coproduzioni internazionali. Seguono i progetti per lo sviluppo delle relazioni con l’Europa dell’Est, il Nord America e l’Asia, con l’invio di delegazione importanti di professionisti del nostro cinema a Kàrlovy Vary, Toronto e in Corea del Sud.
Il direttore di Italia Cinema, Giorgio Gosetti, ha inoltre approfittato dell’incontro per ribattere alle polemiche sulla funzione dell’Agenzia suscitate nei giorni scorsi da un anonimo redattore del Foglio di Giuliano Ferrara e da Curzio Maltese sul Venerdì di Repubblica. “Constatare – ha dichiarato Gosetti – che molto spesso lo scarso successo di iniziative non organizzate da Italia Cinema viene rinfacciato all’Agenzia non fa che confermarci l’utilità del nostro lavoro”. Castellina ha ricordato la scarsa e incomprensibile disponibilità dei nostri attori e registi a imbarcarsi in giro per il mondo per la promozione dei propri film. Come pure la riluttanza degli esportatori a concedere le copie peri festival internazionali. “Spesso – ha detto Castellina – si pensa che un film che passa in un festival estero sia meno appetibile per il mercato di quel paese, ma non è così, anzi, il contrario. A Vancouver i molti che non sono riusciti ad assistere all’unica proiezione di Pane e tulipani probabilmente tornerebbero a vederlo in sala. Bisogna promuovere tutto il cinema italiano, non solo il singolo film. Spesso in Italia prevale un’ottica miope; ma per vendere bottoni, bisogna che i bottoni siano di moda. Per i film vale lo stesso discorso: è tutto il cinema italiano che deve tornare di moda”. “Altrimenti – conclude Gosetti – il rischio è che il nostro cinema si suicidi da solo, proprio nel momento in cui i suoi successi internazionali potrebbero consentirgli di ricostruirsi un’immagine vincente. Bernardo Bertolucci in un’intervista di qualche tempo fa diceva che oggi il cinema italiano è rispettato, mentre una volta era amato. E adesso i mercati esteri sembrano disponibili a innamorarsi di nuovo di noi. Non facciamogliene passare la voglia”.

autore
27 Novembre 2000

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