Bertolucci e molto calcio: il listino Pablo

“Il mio sogno? “Scoprire che I cento passi ha incassato più di Faccia di Picasso“. Gianluca Arcopinto, leader di Pablo, casa di distribuzione cinematografica al terzo anno di attività, è senza mezzi termini per un cinema antagonista. Arcopinto lo conferma ancora una volta nell’originale proiezione al Quattro Fontane di Roma di un video-listino di 15 minuti, assaggi delle sei opere che quest’anno si confronteranno con i Golia delle grandi distribuzioni. In anteprima per la stampa I fantasisti – gioie e dolori tra Napoli e il Napoli, lungometraggio divertente e intelligente dei Fluid Video Crew sulla storia di una città e della sua squadra di calcio. Il primo capitolo di un progetto sulla squadra partenopea che culminerà con Grazie Novellino – Ritratto di un allenatore firmato dallo stesso Arcopinto che paga pegno alle origini paterne raccontando la discesa agli inferi (la serie B) e il riscatto della squadra che fu di Maradona. Progetto che sarà presentato in concorso al festival di Torino nella sezione documentari. A scandire le scelte di Pablo nel video-listino, Arcopinto in tuta alle prese con palla e canestro.
Pablo punta su Occidente di Corso Salani che porterà in anteprima il 24 novembre fuori concorso a Torino. Il film di Salani racconta l’incontro ad Aviano tra una ragazza rumena e un giovane professore, vite ai margini della base americana. Faber di Bruno Bigoni è un viaggio alla ricerca dell’immaginario che popola le canzoni di Fabrizio De André e a Torino è passato la scorsa edizione. Finaziato con il Fondo di garanzia Non ci basta mai di Guido Chiesa e Daniele Vicari, il primo documentario riconosciuto di interesse culturale nazionale, che mette a fuoco le lotte sociali e sindacali tra gli anni ’70 e ’80.
Storie di partigiani e di memorie ingombranti in I nostri anni, opera prima di Daniele Gaglianone, un bianco e nero sospeso tra la crudezza delle guerra partigiana e i toni dilatati della memoria. Nel listino di Pablo anche Sonny et moi di Paul Brest jr. e L’amore probabilmente di Giuseppe Bertolucci. Nessuna anticipazione e nessun assaggio. Bertolucci preferisce coltivare la suspense.