Beppe Fiorello


Beppe Fiorello E’ ancora fiction di impegno civile su Rai 1. La rete ammiraglia continua il suo percorso di informazione di vicende legate alla recente cronaca italiana. Dopo le miniserie La Caccia e La bambina dalle mani sporche sui casi Cirio e Parmalat, ora è la volta della fiction in due puntate L’uomo sbagliato, in onda in prima serata lunedì 4 e martedì 5 aprile prossimi. Ancora un errore giudiziario, questa volta costato sette anni di prigione a un giovane imprenditore passato nel momento sbagliato nel luogo sbagliato. Scritta da Graziano Diana, Salvatore Basile e Stefano Reali che ne ha curato anche la regia e la colonna sonora, la fiction racconta la storia realmente accaduta a Daniele Barillà (nel film chiamato Daniele Baroni interpretato da Beppe Fiorello), un trentacinquenne come tanti, in procinto di sposarsi. Un giorno mentre torna a casa resta coinvolto in un pedinamento dei Ros. La sua auto, una “Tipo” amaranto, è identica a quella di Alex Casoria, un pericoloso narcotrafficante a cui i Carabinieri stanno danno la caccia da settimane. Lo sfortunato scambio di auto avviene in un lampo e Daniele finisce in manette al posto di Casoria. Grida inutilmente la sua innocenza, ma troppe coincidenze smentiscono il suo alibi. E nonostante i carabinieri si accorgano dello scambio di persona, continuano a testimoniare la colpevolezza dell’imputato. Finché il pm Francesca Nanni, che lo aveva fatto condannare in prima istanza, nota alcune incongruenze nelle indagini e fa istituire un processo di revisione dimostrando l’innocenza del giovane imprenditore.
Nel 1971 era Alberto Sordi, nei panni dello sgomento geometra Di Noi, a impersonare l’uomo sbagliato, arrestato e processato per errore giudiziario. Il film, diretto da Nanni Loy, s’intitolava Detenuto in attesa di giudizio. “Nel mio caso però – afferma Daniele Barillà – le tre fasi di giudizio si sono svolte in un tempo record di tre anni. L’inferno non l’ho vissuto in attesa dei processi, ma proprio perché nonostante fossi del tutto estraneo ai fatti, venivo condannato prima a diciotto poi a quindici anni di carcere. Ora – continua Barillà con serenità – sono contento che tutto sia finito bene e spero che questa fiction non solo possa portare ulteriore luce sul mio caso visto che ancora molti, conoscenti e non, mi guardano con sospetto, ma che possa convincere giudici, avvocati e carabinieri a riesaminare molti altri casi di uomini lasciati nei 24 carceri in cui mi hanno trasferito in questi sette anni, che aspettano di vedere affermata la loro innocenza”.

Come ha affrontato Beppe Fiorello un personaggio delicato come questo di Daniele Baroni?
Con difficoltà. La paura per un attore in casi in cui si porta sullo schermo una persona reale è sempre quella di non offendere la dignità di colui che ha vissuto sulla propria pelle una vicenda tanto dolorosa.

Si è documentato sulla vicenda di Barillà?
L’uomo sbagliato è stata scritta sulla base di varie interviste effettuate dal giornalista Stefano Zurlo alle persone coinvolte nei fatti. Dal procuratore Borrelli, alla pm Francesca Nanni, dalla famiglia agli amici di Barillà. Presto uscirà un libro edito da Rai-Eri che raccoglie tutte queste testimonianze. E anch’io ho usato queste interviste per calarmi al meglio nel personaggio.

 

In tv si vedono sempre più spesso fiction basate su fatti di cronaca.
Si, e sono fiero di poterne fare parte. Oggi la televisione si è presa l’impegno di cui il cinema si era fatto carico negli anni ’70. Vuole raccontare come stanno effettivamente le cose che riguardano da vicino ogni cittadino. Vuole invitare a riflettere cercando di fare del caso reale un’opera poetica. Il cinema, invece ha fatto suo il compito che un tempo era lo specifico televisivo e ora è sempre più mezzo d’intrattenimento.

A proposito di cinema, ha qualche progetto per il grande schermo?
Negli ambienti del cinema non sanno nemmeno come mi chiamo. Non credo che farò qualcosa, almeno non per il momento. E devo dire che con tutti gli impegni che ho in tv mi sta bene anche così.

Di quali impegni parla?
Il prossimo mese andrà in onda sempre su Rai 1 Grande Torino sulla tragedia di Superga e adesso sto girando con Vittoria Belvedere Il bambino sull’acqua, ispirato alla vera storia di due giovani genitori di un paesino del nord Italia che per trovare una soluzione alle gravi crisi asmatiche del proprio bambino, decidono di costruire una grossa barca e andare a vivere sull’acqua, creando per il figlio l’habitat climatico più favorevole. La regia è di Paolo Bianchini.

E poi ci sono i “Mille”, vero?
Si, sempre per la regia di Stefano Reali. Sarò un eroe mio malgrado. Un amico dei fratelli Bandiera che dopo una prima fase di reticenza decide di seguire Garibaldi nell’impresa che portò all’Unità d’Italia.

Le affidano sempre personaggi buoni. Sarà per la sua faccia da bravo ragazzo?
Non interpreto sempre personaggi buoni. Mi propongono dei ruoli e poi io tra i tanti scelgo quelli che trovo più interessanti. Qualche anno fa in Don Puglisi facevo la parte del “picciotto” coinvolto nell’uccisione del parroco siciliano. Lì non ero per nulla buono. Ultimamente faccio personaggi positivi, è vero, ma è pura coincidenza. Non me li impongono. Sono sempre io a decidere.

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01 Aprile 2005

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