Marco Bellocchio “raccoglie la palla” da Steven Spielberg: il regista statunitense, infatti, era al lavoro sulla vicenda di Edgardo Mortara, bambino ebreo strappato alla famiglia nel 1858 e convertito a forza al cattolicesimo dal Papa, storia che dall’estate 2022 poterà la firma cinematografica dell’autore bobbiese, come da lui annunciato all’ANSA, in occasione della sua presenza alla manifestazione “Più libri più liberi”, alla Nuvola dell’Eur a Roma.
Il mistero della cristianizzazione e della mai avvenuta restituzione del bambino alla famiglia, dunque, sarà il prossimo sforzo artistico di Bellocchio, dal titolo provvisorio La conversione. “È un bambino che diventa prete, rinnega le sue origini ebraiche e pur restando legato alla sua famiglia però non torna indietro”. Bellocchio precisa che “Dal 2022 incominceremo una preparazione vera e propria per poter girare nell’estate. Finora siamo molto aperti, non ci sono attori. Stiamo cercando. Lo produciamo noi, la nostra società con Beppe Caschetto e la Rai. E poi abbiamo avuto un grande interesse mondiale, una grossa coproduzione in Germania, in Francia, c’è una grande attenzione per questo progetto”.
È stato soprattutto il mistero ad affascinare Marco Bellocchio: “Non voglio schierarmi con gli uni o con gli altri. È stato compiuto un atto di una violenza estrema nei confronti di questo bambino da parte del Papa, da parte del Sant’Uffizio di cui Pio IX era il capo. Poi è accaduto che il bambino è rimasto fedele ai suoi rapitori. Questo mistero è molto interessante” dice il regista.
Inoltre, ha confermato la messa in onda – la prossima primavera, su Rai Uno – delle sei puntate della serie tv Esterno Notte, dedicata ad Aldo Moro: “dobbiamo girare ancora una scena. Lo stiamo montando e siamo a buon punto”, ha raccontato. “È la prima serie che faccio, non voglio dire la battuta ‘è l’ultima’, che è stupida”, e poi Bellocchio svela: “Moro appare nella prima puntata e nell’ultima, riappare di tanto intanto. È come se Moro scomparisse, una volta che è stato sequestrato, e noi lo sguardo lo abbiamo su chi è fuori e cerca di liberarlo, per arrivare poi alla fine … Esterno Notte è un’opera storica, ma anche con vistose infedeltà. Come verrà accolta la serie non lo so, perché siamo sempre più lontani da quella vicenda. Non credo che sarà una trasmissione solo per coloro che allora erano già grandi. Ci saranno tanti giovani che mi auguro vedano la serie”.
“E se dovesse citare un film o un libro che nella sua vita ha rappresentato la libertà, quale sarebbe?”, viene chiesto ancora a Bellocchio. “Nella mia formazione cinematografica c’è un capolavoro assoluto che si chiama Un condannato a morte è fuggito di Robert Bresson, è un inno alla libertà. È un condannato a morte che riesce a fuggire da una prigione nazista. È proprio il non arrendersi, riuscendo anche a conquistare la propria libertà con il coraggio”.
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