Il piano di riordino del comparto pubblico del cinema preparato dai vertici di Cinecittà Holding è ormai in dirittura d’arrivo e il presidente Alessandro Battisti, forte dell’Atto di indirizzo emanato dal ministro Rutelli, è soddisfatto e convinto di aver proceduto nel modo più democratico e trasparente possibile. La parola finale spetterà al ministro Francesco Rutelli. Quel che preme a Battisti è che il piano di riassetto non venga inteso come un ridimensionamento dell’impegno di Cinecittà Holding nel cinema, perché l’obiettivo finale è comunque quello di fornire servizi il più possibile efficienti al settore, liberando nel contempo quelle risorse da destinare alle attività strategiche del comparto, dalla promozione alla produzione.
Quali gli obiettivi principali di questo Piano di razionalizzazione?
Uno societario, cioè intendiamo realizzare il massimo di accorpamento di attività che consentirebbe una maggiore incisività per tutte le azioni da intraprendere. Due esempi. Perché avere tre differenti uffici stampa? E’ sufficiente averne uno solo che fa attività di comunicazione e di stampa. Se dobbiamo fare promozione del nostro cinema in tutti i suoi aspetti compreso il mercato, è necessario che all’estero andiamo insieme. E inoltre, come recita l’atto d’indirizzo del ministro Rutelli, dobbiamo portare con noi all’estero anche tutti gli altri soggetti, a cominciare dalla Film Commission. Lavoro che peraltro abbiamo già iniziato al Festival di Cannes e alla Mostra di Venezia e che verrà proseguito.
Un altro obiettivo è quello economico, cioé attraverso un riassetto del sistema avremo a disposizione e libereremo più risorse da investire nel settore, rimanendo gli stessi contributi.
Non c’è il rischio che questo riassetto penalizzi la promozione del nostro cinema?
Non vogliamo certo diminuirla, ma aumentarla, tant’è che nella proposta di razionalizzazione c’è scritto che tutti i soggetti che hanno contributi riguardanti la promozione del nostro cinema devono, sedendo a un unico tavolo, coordinarsi sull’organizzazione e sulle linee strategiche e non procedere per conto proprio, rimanendo comunque tali i loro contributi.
Quale è stato l’iter di questa proposta?
Siamo partiti dall’Atto di indirizzo del ministro Rutelli, dalla sua richiesta di presentargli una proposta di razionalizzazione del Gruppo pubblico. La proposta è stata preparata e studiata all’interno di Cinecittà Holding investendone il nostro Consiglio d’amministrazione, chiamando per un’audizione al CdA i presidenti di Filmitalia e dell’Istituto Luce e chiedendo loro – atti non dovuti peraltro ma l’intento è stato quello di una partecipazione in questa fase il più ampia possibile – un documento con pareri e osservazioni su tale proposta. Il lavoro è stato terminato ma formalmente non è stato inviato a nessuno, lo faremo nei prossimi giorni. Per ora restiamo fermi in attesa che la legge Finanziaria termini il suo percorso, perché il legislatore ha delle parti in cui può modificare anche i nostri assetti. Quando la Finanziaria verrà approvata noi, per quello che ci tocca, faremo la nostra parte, per quello che compete il ministro per i Beni e le Attività culturali, faremo quello che Rutelli e il sottosegretario Elena Montecchi ci chiederanno.
Rispetto ad alcune apprensioni sul futuro ruolo dell’Istituto Luce?
Va chiarito che rispetto al cinema non vogliamo mettere un euro di meno, semmai, se possiamo, metterne uno in più, ferma restando la direttiva che ci dice quale è la mission del Luce, produzione e distribuzione delle opere prime e seconde e autori italiani ed europei.
Come valuta, a proposito di tale Piano, alcune affermazioni critiche dei presidenti di Filmitalia e Istituto Luce riprese dalla stampa?
Le giudico inopportune, tanto più che l’ultimo Consiglio d’amministrazione di C.H. a ottobre, ha approvato all’unanimità tale proposta di Piano. Va del resto precisato che dettare le linee strategiche del Gruppo pubblico non compete alle controllate bensì a Cinecittà Holding. Se poi i presidenti delle controllate, senza aver ascoltato i loro consigli d’amministrazione, prendono pubblicamente una posizione contraria alla società madre, è evidente che andiamo incontro a possibili conseguenze.
Di recente ha incontrato i CentoAutori e i sindacati di categoria?
Ho voluto che i contenuti di tale Piano fossero conosciuti sia dal movimento dei CentoAutori, sia dalle rappresentanze sindacali considerato che il comparto cinema occupa un numero rilevante di lavoratori. Quest’ultime nei prossimi giorni forniranno un loro documento che s’aggiungerà agli altri pareri che accompagneranno la proposta di Piano una volta consegnata al ministro.
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