Barbera: “Il doc non è più cinema povero”

VENEZIA – ll Leone d’oro al documentario Sacro GRA di Gianfranco Rosi è un po’ anche una sua vittoria. ”Sono felice, il documentario non è più il cinema povero rispetto a quello di narrazione, ma è evidente che non c’è più ragione di tenere questi steccati. Ho scommesso e il verdetto coglie un segnale forte”, dice Alberto Barbera. Che racconta: “In giuria ho visto Bertolucci rispettoso di tutti, un presidente che non ha mai forzato e che sui premi ha ricevuto le proposte di tutti. Un confronto nelle riunioni di giuria sempre pacato, sereno, un verdetto ‘equilibrato’ ma non sempre all’unanimità, neppure per il Leone d’oro”. Racconta Barbera che sui tre premi principali – oro, argento e gran premio della giuria – ruotavano i tre film che poi hanno vinto, qualcuno avrebbe assegnato il Leone d’oro a Tsai Ming-liang. Miss Violence ”era molto sostenuto. Il modo in cui Avranas ha trattato quei temi di violenza familiare, sessuale che sono sempre nelle pagine di cronaca è un modo assolutamente cinematografico, con una tensione straordinaria che sale, una messa in scena rigorosa”. Nel verdetto solo un piccolo premio a Philomena, quello per la sceneggiatura. Barbera, come tanti, è convinto che non avrebbe potuto vincere, ”troppo perfetto, troppo per il pubblico”.