“L’anno scorso al Lido sono passati 180 film, ma solo una piccola parte è stata vista e ha avuto un riscontro. Alla quantità io preferisco la qualità. Nel mio cartellone non ci saranno più di 50 titoli, di cui 18 in gara. Divisi per la durata della Mostra fanno 5 film al giorno… Inutile ammucchiare nomi per far contenti tutti. Per ridar prestigio al nostro cinema serve una selezione severa. Fuori dalle solite logiche di spartizione tra Raicinema e Mediaset”, così il direttore della Mostra di Venezia Alberto Barbera intervistato dal ‘Corriere della Sera’.
Al suo secondo mandato a Venezia – il primo dal 1998 al 2002 con presidente Paolo Baratta – Barbera sottolinea le altre novità della Mostra: “L’introduzione di un vero mercato per compratori e distributori con 50 postazioni videodigitali, e il varo di un’attività permanente. Con Baratta abbiamo pensato a un laboratorio per giovani talenti. Tre di loro, guidati da autorevoli tutor, saranno impegnati nella realiizazione di un film a basso costo, 150 mila euro, finanziati dalla Biennale. Opere poi presentate alla Mostra successiva”.
Quanto al suo predecessore, Marco Müller, Barbera gli riconosce di aver fatto “un lavoro straordinario per quanto riguarda la qualità dei film. Ma dal punto di vista della formula, la Mostra è rimasta identica a se stessa mentre altre rassegne, da Cannes a Berlino, da Rotterdam a Pusan, sono cambiate. Venezia deve rimettersi in fretta al passo”.
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La redazione va in vacanza per qualche giorno. Riprenderemo ad aggiornare a partire dal 2 gennaio. Auguriamo un felice 2018 a tutti i nostri lettori.
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