L’aria è sempre da ragazzina che s’infila svelta nel mondo e non si dà importanza. Ed è vero. Non le piace stare sul palco, ricevere gli applausi. La simpatia della gente, quella sì, l’apprezza. Il resto, gli equivoci del divismo, i flash dei fotografi, le strette di mano, non le interessano. Sarà anche per questo che è rimasta ragazzina. E adesso, compiuti quarant’anni, la vedi di fronte a te e non ti riesce proprio di darle del lei. Scarpe da ginnastica, il nasino che sembra uno scivolo da acquafan, e il sorriso che le scappa da tutte le parti. Barbara Enrichi.
Ma come, quarant’anni? E’ uno scherzo?
No no, non è uno scherzo. Sono entrata negli anta…
Ma come ci si sente? Selvaggia del “Ciclone” ha i capelli corti, le gambe nude, l’aria da maschiaccio. E soprattutto, è una ragazzina…
Ci si sente come una di una certa età. Mi sembrava così buffo, quando lo dicevano di qualcuno! Adesso lo sono anch’io. Sull’autobus mi cederanno il posto?
No, ti chiederanno autografi. Piuttosto, dice Leonardo Pieraccioni che per lui l’età significa non digerire più i peperoni…
Io non ho di questi problemi: non li ho mai digeriti!
Al futuro che cosa chiedi?
Una serena mezza età! (ride).
E nel lavoro?
Un esordio a quarant’anni, per la prima volta con uno spettacolo tutto mio, da sola. Lo spettacolo, scritto da Andrea Giannoni, si chiama Amori da scartare, dal romanzo di Rossana Campo In principio erano le mutande. C’era stato anche un film con Stefania Rocca, sì. Ma non l’ho visto per non farmi influenzare…
Di che storia si tratta?
E’ la storia di una donna che racconta i suoi amori sballati, disastrati, immaginari, furiosi, appassionati, solitari, sbilenchi, finiti male, o invece fortunati.
Che tipo è questa ragazza? Una tipa strana. Il suo ideale di uomo è uno con la pancia come Pavarotti. E’ una che ha abiti sempre troppo grandi o troppo corti, perché li compra in liquidazione nelle boutique, ma non della sua taglia…
Per capire: il “dopo Pieraccioni” è pericoloso?
Sì. Io devo moltissimo a Leonardo: ho ricevuto il David di Donatello per Il ciclone e ho vissuto la serata più bella della mia vita. Ma il personaggio di Selvaggia mi rimarrà addosso per tutta la vita. La toscanaccia “ragazzaccia” mi ha dato l’affetto della gente, mi ha dato la fama. Ma io so di non essere soltanto Selvaggia. E che un successo come quello diventa anche un boomerang, come quello che batte in testa a Leonardo nel film.
Nuovi film?
Ho finito di lavorare per la tv. Ho fatto il secondo Don Matteo con Terence Hill, diretto da Leone Pompucci. Si dice che in televisione c’è fretta, approssimazione, faciloneria. Beh, io non ho mai visto un set più curato. E Leone – di cui avevo visto tutti i film per il cinema – è un genietto, che forse al cinema non è stato capito.
Intanto, hai messo su un tuo sito web…
…E ne sono così orgogliosa! Scrivilo: www.barbaraenrichi.com Per una ragazza che come primo lavoro ha fatto il grafico, e lo ha fatto per tanti anni, vedere un sito web che corrisponde a quello che si vuole comunicare è una splendida emozione…
Oggi gli attori toscani sono in crisi? C’è un “effetto Ceccherini” dopo Sanremo?
Lasciamo perdere, che è meglio…
Tu tieni molto a dare di te l’immagine di una persona normale, e non di un oggetto del desiderio. Ma c’è posto per una donna “normale” al cinema?
Nella vita, sì. Nel cinema, molto meno. L’unica che riesce a ottenere ruoli in cui non deve sprizzare sensualità da tutti i pori è un’attrice di una bravura mostruosa: Margherita Buy. Per il resto, è una continua lotta. E’ molto più facile che un produttore faccia un film pensando: “toh, forse Megan Gale sa recitare!” piuttosto che “toh, forse una brava attrice sa anche rivelarsi bella!”
Con MaXXXine, in sala con Lucky Red, Ti West conclude la trilogia iniziata con X: A Sexy Horror Story e proseguita con Pearl, confermandosi una delle voci più originali del cinema di genere dell’era Covid e post-Covid
Dove nessuno guarda. Il caso Elisa Claps - La serie ripercorre in 4 episodi una delle più incredibili storie di cronaca italiane: il 13 e 14 novembre su Sky TG24, Sky Crime e Sky Documentaries.
Codice Carla mostra come Carla Fracci (1936-2021) fosse molto più di una ballerina famosa.
Il disegnatore, illustratore e docente presso la Scuola Romana dei Fumetti ci racconta come ha lavorato sugli storyboard dell'ultimo successo di Gabriele Mainetti