“Gli uomini e le donne in piazza in questi giorni per chiedere giustizia rispetto alla violenza sulle donne rendono questo film drammaticamente attuale, come lo era nel 1979 quando Barbara lo ha scritto”. Così Alessandro Gassmann, co-protagonista del Vangelo secondo Maria, film diretto da Paolo Zucca e tratto dall’omonimo romanzo di Barbara Alberti, che 45 anni dopo l’uscita vede finalmente la sua trasposizione cinematografica, presentata fuori concorso al 41° Torino Film Festival.
“Noi non sappiamo come sono andate le cose veramente, ci affidiamo alle scritture, che sono arbitrarie. – spiega la scrittrice, che con il suo terzo romanzo volle completamente rivisitare la storia di Maria – Ho scritto questo libro per far sorridere la Madonna, che ci veniva raccontata come una terribile icona dell’obbedienza. Era la regina dei cieli ma in realtà era una serva assoluta, una ragazzina che per destino dovrà soltanto piangere. Una donna che doveva partorire senza conoscere l’uomo, che poi doveva soffrire per la morte di suo figlio, insomma, l’indicazione che veniva data alle donne era di piangere. Questa Madonna sorride, quando ascolta le voci dei profeti e scopre che il mondo è più grande di Nazareth. Credo che noi donne possiamo essere meglio di una figurina del dolore, e anche la Madonna”.
La Maria interpretata da Benedetta Porcaroli è una femminista in nuce, una donna che sogna di diventare libera attraverso la conoscenza, in un mondo che la vorrebbe soltanto moglie e madre. Trova per questo nella figura del saggio e anziano Giuseppe un maestro di vita, qualcuno che possa sposarla non per imprigionarla ma, al contrario, per sciogliere le sue catene grazie alla forza della conoscenza. “Benedetta Porcaroli è un’attrice piena di talento, una persona molto intelligente, mentalmente velocissima. – racconta il regista – È stato divertentissimo lavorare con lei, un vero piacere. Ho imparato tantissimo da lei, perché anche se giovane, ha fatto tanti più film di quanti ne ho fatti io, conosce meglio la macchina del cinema e delle emozioni. Il personaggio era molto molto complesso e il film era molto pesante, perché lei c’è dalla prima all’ultima scena. Io ero molto impaurito dal peso fisico di questa prestazione: l’ho buttata tra le spine e nel fiume. Lei, insieme ad Alessandro, porta sulle spalle tutto il film. Il primo giorno le ho detto che avremmo fatto questo film come una partita a tennis, punto dopo punto, senza pensare a tutto il percorso”.
Per una Porcaroli che veste alla perfezione i panni di una giovanissima Madonna, ritratta senza il timore di farla sembrare troppo ribelle, irruenta e mascolina, troviamo un Alessandro Gassmann che incarna un Giuseppe buono e compassionevole, un mentore, ma anche un compagno di vita che si lega a una donna con il solo desiderio di dare una direzione alla sua dilagante curiosità. “Giuseppe è un uomo fuori dagli schemi classici, – afferma l’attore – ma è anche molto terreno e riconoscibile anche nella società di oggi, una persona che sa tanto, perché ha viaggiato e ha incamerato cultura. Un uomo solo che ha difficoltà a trovare persone con cui dialogare di altro che non sia il peso di una pecora. Con l’incontro con questa ragazza così vogliosa di libertà e conoscenza trova un motivo per andare avanti nella sua vita e risolvere la sua esistenza. È un film coraggioso come mi piacerebbe ce ne fossero di più”.
Sullo sfondo di questa storia semplice e sovversiva, troviamo una Sardegna che richiama senza esitazioni il deserto abitato da pastori che viene evocato nella Bibbia. “Il progetto partiva dalla Sardegna, l’idea era di ritrovare la nostra Matera, come fu per Pasolini. – conclude Zucca – Abbiamo cercato di ricostruire l’antichità, di evocare il mondo antico e la Sardegna è stata un’arma fondamentale con il suo patrimonio archeologico e linguistico. Gli attori che parlano sardo si portano dietro un modo di muoversi, una gestualità che son molto più legate all’antichità di quanto avrei potuto fare facendoli recitare in aramaico antico. Il gergo delle donne attorno alla fontana, che sono le pettegole, il coro greco, restituiscono un senso ancestrale”.
Prodotto da La Luna, Indigo Film, Vision Distribution, Vangelo secondo Maria uscirà al cinema il 23 maggio e rappresenta la chiusura di un cerchio che si è tentata per decenni. Un lungometraggio che avrebbe dovuto essere il primo della carriera di Zucca, ma che arriva a compimento quasi 15 anni dopo, senza perdere un briciolo della carica provocatoria del romanzo originale.
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