Con i loro nomi di battaglia – Valchiria come una figura mitologica guerriera o Rossella, non pensando a Via col vento ma all’uccisione dei fratelli Rosselli avvenuta nel ’37 – ecco le partigiane. Cariche di anni e di idee, ancora forti e orgogliose, consapevoli di quanto fosse stata dirompente la scelta della donna che, uscendo dal fascismo e gettandosi alle spalle la sua retorica della fattrice e dell’angelo del focolare, prendeva in mano una mitragliatrice o minava un ponte, rischiando la tortura, lo stupro, la rappresaglia dei tedeschi e la fucilazione sul posto.
In occasione del 75° anniversario della Liberazione, Bandite, il documentario di Alessia Proietti, sull’esperienza delle donne che dal ’43 al ’45 combatterono nelle formazioni partigiane, sarà disponibile gratuitamente in streaming su OpenDDB dal 20 al 26 aprile.
E’ uno dei rari film che restituisce alla storia della Resistenza italiana la sua linea femminile. Perché la lotta di liberazione fu anche espressione di parità e di eguaglianza tra i generi, quel momento in cui le donne escono dal ruolo storico di madre, casalinga e sposa per assumere quello di bandita, clandestina, partigiana. Rivendicando anche un diritto al voto che non sarà più possibile negare e che diventerà realtà nel 1946. L’altra grande battaglia, quella per la parità salariale, è ancora da vincere ai giorni nostri.
In un racconto corale, le protagoniste – Annita Malavasi, Viera Geminiani, Silvana Guazzaloca, Mirella Alloisio, Walkiria Terradura e Bianca Guidetti Serra – sei partigiane di diverse estrazioni sociali, culturali e politiche, esprimono attraverso le interviste la consapevolezza di una lotta che va oltre la liberazione dal nazifascismo e che segna un momento decisivo nel percorso di emancipazione femminile.
Il vissuto di queste donne ‘ribelli’ si intreccia agli interventi di tre storiche – Cinzia Venturoli, Paola Zappaterra e Marina Addis Saba, che ne sostengono la trama con le loro analisi e indagini di genere, alle pubblicazioni clandestine dell’epoca e alle immagini di repertorio, delineando così il contesto storico in cui quella lotta si è sviluppata e il riflesso di essa nel mondo attuale.
“Le donne non furono, come la storiografia ufficiale ci riporta, solo assistenti dei partigiani, cuoche o infermiere, in molte furono guerrigliere, pronte ad imbracciare le armi per la liberazione di tutte e tutti”, dichiara l’autrice, spiegando che l’obiettivo di questo lavoro è stato “non solo il recupero di una parte della memoria storica, spesso lasciata nell’oblio, ma anche una sua ri-contestualizzazione per l’analisi del presente e come esempio per il rinnovamento sociale e politico del futuro”.
Il documentario completamente autoprodotto da Bandite Film è stato realizzato con la collaborazione dell’Istituto Storico Parri Emilia-Romagna, dell’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Parma, dell’ISREC – Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea in Ravenna e Provincia, del Museo del Senio di Alfonsine, e del CEDOST – Centro di Documentazione Storico-Politica sullo Stragismo di Bologna.
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