BOLOGNA – “Vivo sulle colline dietro ad Alassio, sono partito da lì con l’idea di fare un tour un po’ goliardico attraverso le spiagge italiane e i suoi protagonisti, ma molto presto il mio lavoro si è trasformato in una faccenda seria, un documentario antropologico”. Classe 1963, Fabio Paleari ha osservato e interrogato per due stagioni l’umanità che popola gli stabilimenti balneari, concentrando l’attenzione sui “sacerdoti dell’arenile”. Il suo documentario Bagnini e bagnanti, che ha aperto la sezione Biografilm Italia del festival bolognese diretto da Andrea Romeo, è una carrellata divertente e a tratti amara di una figura ormai al tramonto, che assume caratteristiche molto diverse a seconda della zona in cui “opera”.
“Le testimonianze dei bagnini sono lo specchio di una cultura che cambia – spiega il regista – Su alcune spiagge si trova una fauna più becera, su altre dei personaggi più intellettuali, ma ciò che emerge è che da luoghi conviviali in cui ci si ritrovava con la propria banda di amici, le spiagge si sono trasformate in grossi parchi fitness organizzatissimi, dove si arriva con lo smartphone e l’ipad e dove si può rimanere sdraiati su un lettino per un mese senza mai parlare con il vicino che sta a un metro e mezzo da te”. I protagonisti di Bagnini e bagnanti sono soprattutto uomini over ’50, che raccontano le “leggendarie” stagioni estive di qualche decennio fa in cui, grazie al loro ruolo, fioccavano le conquiste, quando – soprattutto in zona Rimini e Riccione – “le ragazze del Nord Europa sbarcavano in massa negli stabilimenti per flirtare con il maschio italiano, mentre le nostre connazionali erano molto più chiuse: per flirtare con loro dovevi sposarle. Oggi è cambiato tutto, le ventenni italiane sono diventate sfacciate”.
Liguria, Toscana, Romagna e i cancelli di Ostia, una geografia antropologica analizzata anche dallo psichiatra Ugo Amati e illustrata da lunghe inquadrature ipnotiche di bagnanti impegnate in esercizi di fitness. La parola però, in Bagnini e bagnanti, viene data quasi esclusivamente agli uomini in canottiera rossa, reduci di un’epoca per loro gloriosa ma ormai lontana: “Le donne parlano poco nel mio film – aggiunge Paleari – ma sono al centro di tutti i discorsi, sono assenti ma sempre presenti, costantemente evocate”. Anche nelle immagini di repertorio che il regista ha scovato su YouTube e poi acquistato rintracciando l’autore: sguardi al limite dell’indiscreto sulle forme delle ragazze dedite all’abbronzatura. Dopo una proiezione milanese il 23 giugno, Bagnini e bagnanti sarà in circa 30 sale dal 26 giugno con 102 distribuzione.
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