Appena presentato alla 38ma edizione del Bellaria Film Festival, inizia il suo percorso festivaliero – e prossimamente nelle sale – Baci rubati – Amori omosessuali nell’Italia di Mussolini, il film di Fabrizio Laurenti e Gabriella Romano prodotto e distribuito da Istituto Luce Cinecittà. Un film di straordinario interesse tanto per la sua tematica storica – ma di urgente attualità nei suoi riflessi sul tema dei diritti alla sessualità e alla parità di genere – quanto per un lavoro di ricerca e proposta di materiali d’archivio di grande ricchezza. Dopo l’anteprima assoluta nello storico appuntamento cinefilo di Bellaria il film arriverà a ottobre al Florence Queer Festival, il Festival Internazionale di Cinema Queer di Firenze.
Baci rubati racconta la condizione degli omosessuali durante il Fascismo, usando principalmente la voce di chi ha vissuto in quegli anni. Il film vuole offrire un mosaico sfaccettato e complesso delle persecuzioni fisiche e sotterranee che i gay e le lesbiche italiani hanno subito nella dittatura, ma allo stesso tempo smonta gli stereotipi e ricostruisce la molteplicità delle loro esperienze, gli svaghi, le amicizie, gli affetti, gli amori e le consuetudini. Sull’argomento si sa ancora oggi molto poco poiché il silenzio che ha circondato l’omosessualità si è protratto ben oltre il Ventennio. Pur sottolineando la persecuzione e le numerose restrizioni e sanzioni imposte dal regime agli omosessuali, l’intento di Laurenti e Romano è quello di riportare in luce per la prima volta alcune storie di chi, nonostante tutto, ha “resistito” ed è riuscito a vivere seguendo le proprie scelte.
Il film interpella così storici che si sono occupati di omosessualità durante il regime di Mussolini, ma predilige le voci dei protagonisti che raccontano le proprie vicende, sentimenti ed avventure. Tra il serio e il faceto, il sentimentale e lo sfacciato, si alternano pagine di diari, lettere, poesie – con testi restituiti con viva complicità dalle voci di interpreti popolari come Valentina Cervi, Sabrina Impacciatore e Neri Marcorè – e ricordi di amori proibiti, osteggiati, censurati, ma esistiti, vissuti, cantati e ricordati con orgoglio. Attraverso le parole dei protagonisti, il film documenta alcuni aspetti della repressione dell’omosessualità come gli arresti, l’internamento in manicomio, le ammonizioni, le indagini dei commissari, le dichiarazioni dei prefetti, le violenze degli squadristi. Una particolare impressione viene dall’interpretazione di testi di letteratura scientifica d’epoca, impressionanti per l’assertività di conclusioni oggi aberranti – interpretati da Luca Ward.
Baci rubati si avvale di materiali di repertorio molto preziosi provenienti da collezioni private, interviste radiofoniche risalenti all’inizio degli Anni Ottanta e brani di diari inediti, a cui fanno da controcanto le immagini ufficiali del regime, quelle dei cinegiornali Luce, che illustrano l’ideale fascista di virilità e femminilità. Un montaggio serrato di immagini di repertorio illustra il culto della virilità del regime, il clima delle sue campagne di moralizzazione, la creazione dello stereotipo dell’uomo “effeminato” e della donna “mascolina” e al contempo racconta il vissuto di omosessuali e lesbiche, testimoniato da fotografie e filmati provenienti da archivi privati. Attraverso questi materiali preziosi e inediti, e insieme alle parole di diari, lettere e testi letterari di chiara ispirazione autobiografica, fa affiorare il sommerso della vita quotidiana degli omosessuali e delle lesbiche in Italia durante la dittatura. Celebrando il coraggio di chi ha affermato le proprie scelte di vita, nonostante l’azione repressiva della dittatura.
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