A seguito dell’esame delle prime bozze di alcuni decreti attuativi della nuova legge cinema, il comparto cine-audiovisivo italiano si è riunito un’assemblea straordinaria alla Casa del Cinema di Roma in cui ha espresso la sua preoccupazione chiedendo contestualmente un incontro urgente al Ministro Dario Franceschini insieme al Direttore Generale Nicola Borrelli. Presenti i rappresentati da tutte le sigle degli autori: ANAC, 100 Autori e WGI, le sigle della produzione e distribuzione indipendente: AGPCI e CNA PMI e le sigle di critici e festival SNCCI e AFIC.
Ecco quanto contestato, come si legge in una nota rilasciata dall’ANAC: “Le bozze dei decreti sul credito d’imposta ignorano l’aspetto essenziale per qualificare l’indipendenza del produttore cinematografico e che è invece alla base della normativa europea, vale a dire la titolarità di almeno il 30% dei diritti. Nel settore della distribuzione per la definizione d’impresa indipendente non si possono invece ignorare gli aspetti dell’alterazione della concorrenza determinati dall’integrazione verticale con l’esercizio e la produzione.
Per quanto riguarda il cortometraggio, il dispositivo immaginato, prevedendo requisiti difficilmente realizzabili nelle attuali condizioni del mercato italiano, come ad esempio l’uscita in 15 sale, ridurrebbe drasticamente la produzione di corti, indispensabile palestra per i giovani registi e produttori.
Infine per i film cosiddetti “difficili” la definizione che è stata prevista in funzione dell’intensità degli aiuti è talmente onnicomprensiva che quasi la totalità dei film italiani saranno considerati “difficili” e potranno ricevere al 100% la copertura finanziaria da risorse pubbliche (nazionali, regionali, europee…) tramite incentivi e sgravi fiscali. Inefficaci anche le norme attuative per favorire la scrittura e lo sviluppo dei progetti che rimangono sostanzialmente invariate rispetto al passato e disattendono quel ruolo propulsivo che il legislatore gli ha invece attribuito nell’articolato della nuova legge.
Nel constatare che l’ammontare di credito d’imposta disponibile per ogni singola impresa è stato elevato fino a 16 milioni di euro e la totale assenza di una definizione o un tetto previsti per i gruppi (con più imprese collegate), tutte le associazioni presenti all’assemblea hanno denunciato che il provvedimento determinerà la contrazione del numero d’imprese che nei prossimi anni potranno operare nel settore dell’audiovisivo in quanto l’assegnazione dei fondi riguarderà al massimo a una decina di aziende”.
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