Aurelio Grimaldi


“Sono un sadiano convinto”. Aurelio Grimaldi non ha dubbi. L’illuminismo radicale del Marquis è, in tempi di oscurantismo e guerre di religione, una chiave giusta per vivere la sessualità. Così, a 30 anni di distanza da Salò o le 120 giornate di Sodoma di Pier Paolo Pasolini, il regista siciliano firma L’educazione sentimentale di Eugénie, film erotico ispirato a La filosofia del boudoir che De Sade scrisse nel 1795.

La sceneggiatura è composta a quattro mani con Michele Lo Foco, avvocato nonché consigliere di amministrazione di Cinecittà Holding, già autore con Grimaldi del controverso La donna lupo.
Primo film in digitale del regista, L’educazione è stato girato con un budget vicino a 500 mila euro in tempi record: appena 3 settimane di riprese a Genova, nelle stanze settecentesche di Palazzo Rosso. Nel cast tutti esordienti e volti poco noti: Antonella Salvucci nel ruolo Madame de Saint Ange, la direttrice dell’orchestra dei piaceri, Valerio Tampone, Cristian Stelluti, Salvatore Lizzio e Sara Santini nei succinti panni di Eugénie. La Bim di Valerio De Paolis distribuiirà il film in circa 50 copie.

Come ha scoperto De Sade?
L’ho scoperto a 42 anni spinto da Pasolini che lo cita di continuo come il più grande intellettuale occidentale. All’inizio ero scettico ma quando ho letto Le 120 giornate di Sodoma l’impatto è stato devastante e oggi sono un sadiano convinto. Il Marchese e il suo secolo, il ‘700, restano insuperabili in fatto di morale sessuale e libertà. Pasolini ha scelto di portare sullo schermo il suo romanzo più terribile, io quello meno sadico, più leggero e filosofico. Hollywood ha dedicato a De Sade un ritratto ma L’educazione sentimentale di Eugénie è il primo film ispirato a una sua opera dopo Salò.

Nelle note di regia, tra le fonti, cita anche Le relazioni pericolose di Choderlos de Laclos trasformato in film da Stephen Frears. Come avete amalgamato i due romanzi?
L’ispirazione per L’educazione sentimentale di Eugénie viene al 90% da La filosofia del budoir. Ho guardato a de Laclos per il personaggio di Madame de Saint Ange. E’ la quintessenza del piacere sessuale con una furbizia e una capacità di muovere le sue pedine che ricorda la marchesa di Merteuil. Insieme a Lo Foco ho fatto una grande lavoro di sintesi e ho aggiunto un pizzico di ironia che manca a De Sade perché i suoi dialoghi appassionati e aulici oggi suonano poco verosimili.

Nel film abbondano i riferimenti alla filosofia atea a anticlericale di De Sade. Crede che il suo pensiero sia ancora attuale?
La sua visione di una sessualità legata alla natura, senza limiti, è tuttora rivoluzionaria. Di certo, è molto più attuale di Ratzinger e della Chiesa che propone una morale immutata nei secoli.

Come ha affrontato la messa in scena dell’erotismo?
Forse mi sono autocensurato in alcune scene ma nei miei film, penso a La donna lupo o al Macellaio, non c’è attenzione al dettaglio ginecologico tipico del cinema porno ma ai corpi maschili e femminili.

La colonna sonora è composta da musiche barocche.
Si, nei miei film le uso sempre. Qui, per la prima volta in maniera sincronica. C’è anche un brano di Geoeg PhilippTeleman ripreso anche dal coltissimo Fabrizio De Andrè.

L’anno scorso ha girato la “Trilogia” su Aldo Moro. Il film è bloccato?
Abbiamo 3 ore e mezzo di montato ma mancano i soldi per chiudere alcune scene indispensabili. L’anno scorso Marco Muller si dichiarò disposto a presentare a Venezia un work in progress ma non eravamo pronti.

autore
14 Giugno 2005

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