Aspettando Amy, 13 biopic musicali da guardare prima di ‘Back to Black’

Da 'Bohemian Rapsody' a 'Sid e Nancy', da 'Ray' a 'Walk the Line', ecco a nostro parere 13 imperdibili bio-pic musicali da vedere almeno una volta nella vita


È un momento d’oro per i biopic musicali ovvero i film biografici dedicati alle esistenze, quasi sempre troppo brevi e tormentate, di grandi star della musica. Dopo il successo al botteghino di Bob Marley: One Love di Reinaldo Marcus Green – che da noi ha recentemente incassato quasi 3 milioni di euro – arriva nelle sale Back to Black nel quale la regista di Nowhere Boy (2009) e Cinquanta sfumature di grigio (2015) – Sam Taylor-Johnson – approfondisce la breve, intensa, fortunata e allo stesso tempo tragica storia del cantante londinese Amy Winehouse, in un film biografico che la protagonista Marisa Abela smalta di luce con una caratterizzazione magnetica e performance musicali prodigiose.

Come ha dimostrato il film sui Queen Bohemian Rhapsody, i migliori film biografici sulla musica possono avere un impatto culturale che va ben oltre il compiacimento dei fan devoti. Certo il mondo della musica è stato rivoluzionato dallo sviluppo vertiginoso della tecnologia che ha rimodellato in modo definitivo il modo in cui la consumiamo, ma resta intatta l’attrazione che proviamo verso le esistenze luccicanti, eppure macchiate da profonde ombre, di chi quella musica la crea accompagnando le nostre vite.

Il cinema è da sempre cantore di queste esistenze, attraverso narrazioni talvolta epiche, altre intime, spesso straordinarie. Ecco a nostro parere 13 imperdibili bio-pic musicali da vedere almeno una volta nella vita.

Bohemian Rapsody (2018)

Il film biografico sui Queen  ha sbaragliato la concorrenza da un punto di vista commerciale tanto da detenere lo scettro di film biografico musicale con il maggior incasso di tutti i tempi. Anche dal punto di vista della critica è stato un fenomeno, attirando numerosi premi del settore, tra cui l’ambita statuetta come miglior attore per la magnifica interpretazione di Rami Malek nel ruolo di Mercury .

I’m not there (2007)

Come si può incapsulare la vita di un genio mutaforma come Bob Dylan in un unico film? Il regista di Carol, Todd Haynes, ha trovato una formula altrettanto geniale: dividendo la storia di quella esistenza prismatica in diverse epoche e influenze, un viaggio tra gli stili cinematografici, affidando a un carnet di intepreti stellare – da Cate Blanchett a Richard Gere, passsando per Heath Ledger e Christian Bale – il compito di ritrarre frammenti del ricco e sconcertante mosaico-Dylan. I’m Not There è allo stesso tempo emozionante e curioso, e si allontana dalla cronologia e dalla biografia diretta per cogliere, in un senso più ampio, il mondo di Dylan.

Straight Outta Compton (2015)

Il film biografico degli NWA è stato diretto da F Gary Gray, ma i membri sopravvissuti dell’influente gruppo hip-hop sono stati coinvolti su tutta la linea, con Ice Cube e Dr. Dre in produzione, e lo stesso Ice Cube interpretato dal suo vero figlio:  O’Shea Jackson, Jr.

Di conseguenza, questo è un film biografico che si sforza di restare piantato nel reale, almeno dal punto di vista del gruppo, addentrandosi nei litigi interni, negli accordi faustiani e negli eccessi delle tournée che hanno reso gli N.W.A. un gruppo instabile, ma  potente.  Molto avvincente in ogni sua parte, Straight Outta Compton ha vinto un gran numero di premi del settore, tra cui un Oscar per la migliore sceneggiatura originale, e ha anche ispirato l’acclamato album solista di Dr. Dre: Compton.

Sid and Nancy (1986)

Alex Cox racconta la discesa dell’ex Sex Pistol,  Sid Vicious,  nella tossicodipendenza, culminata con l’omicidio della sua ragazza, Nancy Spungen, e con la sua fatale overdose di eroina: è un film di gesti grandiosi e orchestrati piuttosto che di immediatezza brutale. Ma l’incarnazione di Gary Oldman del carismatico e autodistruttivo Vicious è così magnetica che persino John Lydon dei Sexy Pistols, che ha odiato visceralmente il film, si è commosso lodandone l’interpretazione.

Walk the Line (2005)

Uno dei film di maggior successo del 2005, lil film biografico su Johnny Cash del regista James Mangold non ha deluso le grandi aspettative che ha generato alla vigilia dell’uscita. Basato su due autobiografie separate scritte dall’iconico cantautore, Walk The Line presenta performance elettrizzanti di Joaquin Phoenix nei panni di Cash e Reese Witherspoon in quelli di June Carter. Approfondisce gli alti e bassi della vita del cantautore, dalla sua carriera musicale e dalla sua storia d’amore con la Carter fino ai suoi scontri con droga e alcol, e i suoi spettacoli leggendari nella famigerata prigione americana di Folsom, nel gennaio 1968. Ampiamente acclamato, Walk The Line ha ottenuto cinque nomination agli Oscar, con Witherspoon che ha portato a casa il premio come migliore attrice.

Elvis (1979)

Dalla morte prematura del Re nel 1977 sono stati realizzati diversi biopic su Elvis Presley, ma questo film fatto per la tv, a soli due anni dalla scomparsa e diretto dal grande John Carpenter è ancora il punto di riferimento.

Kurt Russell ricevette una nomination agli Emmy per la sua memorabile interpretazione di Elvis, che catturava perfettamente l’intensità cupa del cantante senza mai scadere nella parodia. Russell non ha cantato per il film, ma le sue performance sono comunque in grado di cogliere la potenza e l’elettricità della presenza scenica di Presely.

Bird (1988)

Prodotto e diretto dall’icona di Hollywood Clint Eastwood, il film realizzato come una lunga e onirica serie di sequenze impressionistiche vede Forest Whitaker nei panni del brillante, ma umbratile sassofonista jazz Charlie Parker .

Oggetto di leggenda, la storia si concentra tanto sulla dipendenza dall’eroina che ha plasmato (e consumato) la breve vita dell’uomo che chiamano Bird quanto sullo sviluppo del suo suono rivoluzionario. Whitaker offre un’interpretazione monumentale del pioniere del be-bop, irradiando appieno la gioia, la passione e il tormento del processo creativo di Parker, tanto da permettergli di vincere il premio come miglior attore al Festival di Cannes

8 Miles (2002)

Liberamente ispirato alla vita di Marshall Mathers come rapper in difficoltà a Detroit, 8 Mile è un Rocky del XXI secolo, con l’uomo che si è fatto chiamare Eminem che si muove e dà vita a un personaggio tormentato nel suo primo ruolo da protagonista. Diretto da Curtis Hanson, regista di L.A. Confidential, 8 Mile è stato un successo di pubblico che non si è abbandonato alla fantasia hollywoodiana o al patetico lieto fine.

Funny Girl (1968)

Interpretato da Barbra Streisand nel ruolo dell’attrice e cantante Fanny Brice, vincitore di un Oscar, Funny Girl segue la sua carriera e la sua relazione con il giocatore d’azzardo e truffatore Nicky Arnstein. Il film musicale, famoso per canzoni come “Don’t Rain On My Parade”, divenne il film di maggior incasso del 1968. Funny Girl era basato sull’omonimo musical di Broadway, anch’esso interpretato dalla Streisand. Un revival di Funny Girl a Broadway ha debuttato nel 2022 con Beanie Feldstein, che però è stata presto sostituita da Lea Michele, famosa per la serie tv Glee.

Shine (1996)

Non solo rocker e jazzisti in questa lista. Shine è basato sulla vita del pianista australiano David Helfgott, che soffriva di disturbo schizo-affettivo e trascorse anni in vari istituti psichiatrici. Geoffrey Rush interpreta il musicista in una maniera convincente e commovente, meritando assolutamente l’Oscar  per la sua interpretazione.

Amadeus (1984)

E se parliamo di pianisti allora non possiamo non citare il genio dei geni. Il più irriverente e talentuoso dei musicisti classici. Amadeus vede Tom Hulce nei panni di Wolfgang Amadeus Mozart e segue la sua presunta rivalità con il compositore Antonio Salieri (F. Murray Abraham). Il film fu il grande trionfatore degli Academy Awards del 1985, vincendo il miglior film e il miglior attore per Abraham e ottenendone altri 6 sulle 11 nomination in totale.

Ray (2004)

L’incredibile incarnazione di Jamie Foxx, premiata con l’Oscar, del defunto Ray Charles domina questa cronaca dell’epoca d’oro dell’amato pioniere del rhythm & blues negli anni Cinquanta e Sessanta. L’attore non sbaglia un colpo nell’interpretare il grande Ray, che morì poco prima dell’uscita del film, nell’autunno del 2004: dall’aspetto del pianista cieco, alla sua andatura strascicata, alle sue intonazioni vocali. Basterebbe questo per farne uno dei più bei biopic musicali di sempre, tra l’altro premiato anche da un ottimo successo al botteghino.

Control (2007)

Control è un’opera d’arte, grazie alla suggestiva fotografia in bianco e nero e alle sensazionali interpretazioni di Sam Riley nella parte dello sfortunato e talentuoso Ian Curtis e Samantha Morton nel ruolo della sua compagna. Anche chi non conosce i Joy Division può apprezzare la bellezza del film.

Manlio Castagna
13 Aprile 2024

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