Asian Film Festival

L’Asia è protagonista assoluta nel novembre romano: ben due manifestazioni, infatti, porteranno le cinematografie dell’Oriente nella Capitale. Insomma, la Cina, la Corea, l’Iran vanno di moda al cinema e non solo grazie alle scelte cinefile di Quentin Tarantino. “La produzione del Sud-Est asiatico è così vasta, interessante e variegata che si potrebbero organizzare non due ma decine di rassegne”, spiega Antonio Termenini, che dirige l’Asian Film Festival (9-14 novembre, Sala Trevi). Ma poi ammette: “Certo, si rischia di pestarsi i piedi, ma è normale che le rassegne medio-piccole si concentrino negli ultimi mesi dell’anno, quando arriva la certezza dei finanziamenti di Stato ed enti locali”.

L’Asian è alla seconda edizione, dopo un antipasto dedicato alla sola Taiwan nel 2002. L’altra manifestazione, Asiatica Filmediale, che si svolgerà dal 20 al 28 novembre al Cinema Capranica, è invece al quinto anno e darà spazio anche al vicino Oriente con paesi come l’Afghanistan e l’Iran.

Ma veniamo al programma dell’Asian, organizzato dall’associazione Cineforum con il contributo del ministero e della SNC-Cineteca Nazionale. L’evento è la retrospettiva dedicata a Tsai Ming-liang, che sarà a Roma con l’ancora inedito Goodbye Dragon Inn, accompagnato dal suo attore Lee Kang-sheng. L’autore di capolavori come  e The Hole, sta ultimando a Parigi il montaggio di un nuovo film, che Cannes si sarebbe già accaparrata.

Altro evento speciale, la proiezione del documentario cambogiano S21 di Rithy Pahn, sul genocidio commesso dai Khmer rossi. In concorso sedici titoli da Taiwan, Giappone, Corea del Sud, Hong Kong, Singapore, Thailandia, Cambogia: in giuria critici, studiosi e due allievi della facoltà di studi orientali. Tredici i cortometraggi in rassegna. Infine da segnalare un incontro, l’11 novembre, che metterà a confronto critici asiatici ed europei con il sostegno dell’Asia-Europe Foundation, istituzione che sostiene gli scambi culturali tra i due continenti.