Asia Argento

Asia, perché hai scritto un film così nero?
Ho attraversato un momento terribile. Mi rifiutavo persino di uscire di casa. Stavo tutto il giorno in pigiama. Per mesi. Soffrivo di agorafobia, attacchi di panico. Mettermi davanti al computer e scrivere soggetto e sceneggiatura è stato come andare in analisi. Mi ha fatto bene. Quello che vedrete al cinema è un film assolutamente sincero.

Scarlet diva, così maledetta, sola e infelice, è Asia Argento?
Non lo so. Ma è sicuramente un film autobiografico. Come tutti i film. Anche un film sui marziani può essere autobiografico…

Un film quasi senza speranza…
Ho voluto buttare fuori, proprio come sul lettino dell’analista, tutto quello che di insopportabile, amaro e deprimente mi trascino dietro. Le cose belle di Asia le ho lasciate fuori. Nel film, per esempio, non c’è mio padre. Il rapporto con mio padre è una delle cose positive della mia vita. E poi, il film non è così senza speranza. Il finale è aperto…

Droga, rock’n’roll e tanto sesso. Perché?
Forse, in passato, ho subito un trauma…

Dedichi il tuo film a Anna. Chi è?
Era mia sorella. È morta. La prima volta che ho letto questa dedica ho pianto. Lei non potrà mai vederlo.

Attrice, adesso anche regista. E poi?
Ho scoperto due cose. La prima: mi piace creare, scrivere, dirigere un film. La seconda: non mi piace recitare.