Argentero e Vaporidis: l’insostenibile leggerezza dell’attore

VENEZIA. Due rapporti differenti, anzi opposti con il mestiere di attore, la cui spiegazione sta nella loro differente personalità, o almeno così sembra. Il 35enne Luca Argentero, solare e più disinvolto, affronta la professione con meno sovrastrutture e con una buona dose di leggerezza. Il 31enne Nicolas Vaporidis, un po’ tormentato e incerto, si rapporta con il desiderio di dare il meglio e con spirito autocritico.
Nello Spazio Luce Cinecittà i due attori sono stati protagonisti di un incontro moderato da Mario Sesti, prologo di “Generazione Cinema”,  il primo talk show live sul cinema realizzato direttamente in sala, format prodotto e realizzato da Erma Production.
In particolare il “duetto” di registi o attori, con l’ausilio di brevi clip, metterà in scena una conversazione su idee, esperienze e si articolerà come talk show itinerante nell’arco dei 12 mesi, 20 appuntamenti con protagonisti diversi in 20 località italiane diverse, sia nei multiplex che nelle sale d’essai.

Dal critico Sesti, facilitatore dei prossimi duetti, arrivano subito le domande. La cosa più difficile una volta entrati nel mondo del cinema? “Essere scelto dopo un provino, si dipende da una decisione presa da altri – risponde Argentero – Per fortuna accade che alcuni registi scelgono già mentre scrivono la sceneggiatura, evitando così il casting”.
Per Vaporidis il mestiere dell’attore di cinema significa essere sempre giudicato da qualcuno: dal regista, dal pubblico, dalla critica. “Tutti ti danno il voto e l’ansia di prestazione ti accompagna sempre”.

E la cosa più piacevole una volta diventato attore? Per Argentero essere stato sdoganato grazie alle commedie che avendo una vita lunga, soprattutto in televisione, hanno creato un rapporto più stretto con gli spettatori. Per Vaporidis il rapporto che s’instaura con il pubblico è un’occasione che mi fa sentire felice “Non riesco a rivedere i miei film e assumere il punto di vista da spettatore. Sono così critico verso me stesso che vorrei buttare via tutte le copie che circolano di quella interpretazione. E poi non ho ancora avuto un ruolo che mi trasformasse del tutto sul set, di essere fino in fondo un’altra persona”.
Al contrario Argentero si rivede volentieri anche perché ogni film è legato a ricordi piacevoli e belli. Come è avvenuto per Mangia prega ama, “un autentico regalo perché ho conosciuto un’attrice bella e simpatica come Julia Roberts e un cast di attori mitici come James Franco e Javier Bardem”.

C’è mai stata una volta che hanno pensato di non farcela? “Mi sono trovato varie volte in difficoltà, è naturale che accada – risponde Argentero – per fortuna ti salva il montaggio”. Più conflittuale e sofferto il set per Vaporidis per il quale non è facile mantenere il personaggio ad ogni ciak, “non posso ripetere cento volte un pianto e qualche volta non vedo l’ora di liberarmi da quel ruolo”.

Domanda in chiusura dal pubblico: “Un regista americano con il quale lavorerebbero?” Danny Boyle per Argentero e Darren Aronofsky per Vaporidis.