Archivi in tv per l’Unità d’Italia


Omero Antonutti, Michela Cescon, Ennio Fantastichini, Iaia Forte e Massimo Popolizio sono le voci d’attore che racconteranno l’Italia a partire dall’immenso patrimonio degli archivi, non cumuli di scartoffie polverose ma un grande bacino di documenti e filmati che restituiscono la ricchezza dell’industria, della moda, dell’architettura, del cinema e della musica di questo paese. Una miniera ancora in gran parte da scavare che è diventata un programma televisivo in cinque puntate. Andranno in onda in occasione dei festeggiamenti per i 150 anni dell’Italia Unita con Archivi d’Italia, dal 17 marzo, giorno della Festa del Tricolore, alle 0.40 su Raitre e poi su Rai Storia alle 8 e alle 19 del 21 marzo (dal 24, alle 23.15 del giovedì). Un progetto realizzato da Rai Educational in convenzione con il Ministero dei Beni Culturali, presentato oggi all’ Istituto dell’Enciclopedia Italiana.

 

“Abbiamo cercato di rendere visibile ciò che visibile non è: un patrimonio, pubblico e privato, che dobbiamo tutelare e valorizzare”, ha esordito il sottosegretario Francesco Maria Giro. Convinto che il programma sia “dedicato soprattutto ai giovani” e ricordando che “il mondo degli archivi ha sofferto i tagli molto più di altri settori”. Sono 134 archivi di Stato sul territorio, più di 8.000 quelli comunali, 50mila gestiti da enti pubblici e 3.500 da privati. Per Giuliano Amato, presidente del comitato per i 150 anni, “ha grande significato che questo progetto parta in tv il 17 marzo”.

 

Prima tappa del programma dedicata agli Archivi d’impresa: con la regia di Vincenzo Sferra e la voce di Omero Antonutti, troveremo testimonianze dello sviluppo economico, sociale e culturale del paese attraverso foto, filmati, interviste, bozzetti di campagne pubblicitarie conservati dai grandi marchi (tra le testimonianze, anche un’intervista a Tommaso Fanfani, presidente Fondazione Piaggio e le immagini, sempre affascinanti, della Vespa protagonista anche di Vacanze romane e di Audrey Hepburn). Ma il cinema ha molto spazio anche nell’ultima puntata, quella degli Archivi del cinema d’impresa, che dagli sbiaditi bianco e nero di propaganda al rigore delle inquadrature di Olmi e Bertolucci racconta l’evoluzione del lavoro in Italia. Si prosegue poi con gli Archivi della moda (regia di Angela Landini, voce di Michela Cescon) con la vicenda creativa del calzolaio Ferragamo, gli abiti-scultura di Capucci, le creazioni color Mediterraneo di Marella Ferrera e il lavoro della Fondazione Gianfranco Ferré. E ancora, la nascita della città moderna italiana con gli Archivi di architettura (regia di Agostino Pozzi, voce di Ennio Fantastichini). Mentre una puntata è dedicata alla musica con gli autografi, le partiture originali, i figurini delle opere di Donizetti, Puccini, Rossini, Verdi custoditi dalla Ricordi a Milano (regia di Vincenzo Sferra, voce di Iaia Forte). “Tutto questo patrimonio – conclude Luciano Scala, direttore generale presso il MiBAC per gli Archivi – è difficilissimo da tutelare e conservare, ma va soprattutto comunicato e divulgato. Ad esempio, mostrando la grande forza creatrice degli italiani alla fine della guerra: un messaggio molto forte in un momento di crisi come quello che stiamo vivendo, da lanciare soprattutto ai giovani”.

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07 Marzo 2011

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